I Paesi Baltici di “Passenger”
THE PASSENGER è un libro-magazine edito da Iperborea che raccoglie long read, inchieste, reportage letterari e saggi narrativi che formano il racconto della vita di un luogo e dei suoi abitanti per capirne la cultura, i processi, le nuove identità, i discorsi, le questioni, i problemi, le ferite. Frammenti che insieme ne compongono il ritratto.
Il logo è un richiamo a Huginn e Muninn: due corvi presenti nella mitologia norrena, associati al dio Odino, che viaggiano per il mondo portando notizie e informazioni al loro padrone. Odino li fa uscire all’alba per raccogliere informazioni e ritornano alla sera, siedono sulle spalle del dio e gli sussurrano le notizie nelle orecchie. In lingua norrena Huginn significa pensiero mentre Muninn memoria.
L’uscita del mese di febbraio 2023 è dedicata ai Paesi Baltici, pp. 192. Con fotografie di Marta Giaccone.
PROTAGONISTI — Ritratto di famiglia — Jayde Will — Nonostante abbiano lingue, culture e tradizioni diverse, Estonia, Lettonia e Lituania sono state unite dagli eventi spesso drammatici della storia del XX secolo: tre sorelle nella grande famiglia europea, che possono sempre contare l’una sull’altra nei momenti difficili.
CONVIVENZA — Sì, no, forse — Jānis Joņevs — I russofoni sono lettoni? Sono cittadini leali o rappresentano una minaccia? E soprattutto dove sono? Difficile rispondere a queste domande, soprattutto per uno scrittore che non ha saputo resistere al fascino della cultura russa e che sogna un clima di maggiore dialogo.
GENTE DI MARE — Il mare degli estoni — Sofia Joons Gylling — Passato e presente del Mar Baltico, ponte e barriera tra l’Estonia e il mondo.
STORIA — Archeologia della memoria — Kristina Sabaliauskaitė — La storia della Lituania è stata un campo di battaglia per tutti quelli – e sono tanti – che hanno voluto cancellare l’identità culturale del paese. Solo dopo la definitiva indipendenza, nel 1991, il paese ha potuto scavare sotto gli strati di fango accumulati in decenni di propaganda e bugie, e riscoprirsi, una volta per tutte, europeo.
ANIME BALTICHE. — Dalla grondaia all’Archivio di stato — Jan Brokken — Una passeggiata attraverso la Tallinn di Ilja Sundelevitš, estone ebreo scappato in Israele ai tempi di Brežnev e tornato nel 1996. Un flashback al 2009 che rivela speranze e paure di quegli anni. La guerra era lontana ma il rapporto con la minoranza russa non faceva presagire nulla di buono.
PAESAGGI — Le montagne dei paesi baltici — Miks Koljers — In un territorio la cui massima elevazione è di poche centinaia di metri sul livello del mare, le frontiere nazionali sono difese da un altro tipo di barriera naturale: le torbiere, luoghi umidi e misteriosi, che segnano anche il confine tra il regno dei vivi e quello dei morti.
LINGUA — Il piccolo popolo dal grande vocabolario — Adriano Cerri — Elemento identitario fortissimo, la lingua è per i lituani una delle più grandi ricchezze e il fenomeno culturale più studiato e preservato. Scopriamo perché insieme a una persona che ha deciso di metterla al centro del suo lavoro e dei suoi studi.
IDENTITÀ — La foresta dei miti estoni — Maarja Kangro — In Estonia l’identità nazionale viene supportata da un processo d’invenzione di tradizioni che distinguerebbero gli estoni dagli europei facendone un popolo ugrofinnico delle foreste. Mentre oggi il paese ama presentarsi come l’avanguardia mondiale dell’e-government.
TRADIZIONI — Chi potrebbe contare ogni stella? — Margherita Carbonaro — Il popolo lettone conserva gelosamente un enorme tesoro immateriale: le dainas, poesie in quattro versi, tramandate oralmente per secoli e che ancora oggi sono sentitissime e parte del repertorio cantato al più grande festival di cori del mondo, quello di Riga. Di Margherita Carbonaro vedi su “poli-logo” qui e qui.
MUSICA— Canta che ti passa! — Anete Konste — Una peculiarità che unisce i paesi baltici è la grande tradizione di festival dei canti e delle danze. Aira Birziņa, docente presso l’Accademia della musica della Lettonia e direttrice di festival e di cori, ci introduce in questo mondo in cui il tempo sembra essersi fermato.
SPORT — La vera religione della Lituania — Rimvydas Valatka — Per i lituani il basket è sacro e anche nei periodi più bui dell’occupazione sovietica ha giocato un ruolo sottile di differenziazione e di manifestazione identitaria, esplosa poi negli anni Novanta.
Dalla presentazione del volume
“All’indomani dell’attacco russo all’Ucraina le grandi potenze del mondo occidentale si sono svegliate in stato confusionale, con l’amara consapevolezza di non essere state in grado di leggere la svolta epocale che si stava approntando, i cui segnali – con il senno di poi – erano manifesti. Tutti sbigottiti tranne una piccola regione d’Europa, ininfluente e trascurata, ma che, come i fratelli minori nelle fiabe, aveva saputo ascoltare i discorsi dei grandi. I tre cosiddetti «paesi baltici» hanno da poco festeggiato tre decenni di ritrovata indipendenza, assaporandola senza mai dimenticare da chi si sono emancipati, non solo a causa delle frontiere esterne ma per un confine interno che in maniera diversa mina tutti e tre: quello tra le popolazioni autoctone e i russofoni, minoranza in larga parte emarginata e tagliata fuori dalla vita civile, e per questo imprevedibile. Con accenti diversi Estonia, Lettonia e Lituania sono accomunate da uno sforzo per essere considerate europee, cosmopolite, occidentali, perché́ le si associ a tutto meno che alla Russia. Ognuna cerca di sottolineare la propria specificità̀ attraverso politiche e pratiche culturali volte a rafforzarne l’identità̀ peculiare (lotta comprensibile se si tiene conto che – come nel presente volume – è diffusissima la tendenza ad accorparle): dallo zelo dei lituani nello studio della loro lingua e nella stesura di un vocabolario durata un secolo, alla vivacità̀ dei cori lettoni che tra le altre cose attingono a un repertorio di un milione di dainas, agli estoni un po’ troppo affezionati a una visione romantica che li vorrebbe come un popolo ugrofinnico dei boschi. Viste dalla vecchia Europa, alcune di queste manifestazioni possono sembrare folcloristiche e in non pochi casi anche eccessivamente nazionalistiche, ma bisogna tenere conto che qui la storia è sempre recente, il passato vivo. Basta togliere gli occhiali novecenteschi per riscoprire il Baltico come collegamento tra mondi e non come muro tra blocchi, per coglierne il secolare ruolo di porta tra cultura germanica, Svezia, Finlandia e i vasti territori dell’Est. È in questo connubio tra una riscoperta continua delle proprie radici e una forte spinta verso il futuro che i paesi baltici possono essere un esempio per un continente in equilibrio precario tra grandi ideali, paure e crisi d’identità”.
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[…] di Jānis Joņevs apparso recentemente sulla rivista «The Passenger» (nel numero dedicato ai Paesi Baltici, febbraio 2023) nella traduzione di Rita […]
[…] particolare dei canti tradizionali, le dainas (sulle quali vedi e il mio contributo sul numero di “The Passenger” dedicato ai Paesi baltici, Chi potrebbe contare ogni stella?). Le dainas raccolte nelle campagne vengono trascritte, […]