Guida all’ascolto dell’antologia curata da Alessandro Achilli e Yaryna Grusha Possamai
di Serena Buti
Le copertine blu e gialle sono sempre più presenti sugli scaffali delle librerie italiane. Salta all’occhio in particolare quella di Poeti d’Ucraina (Mondadori, 2022), un’elaborazione grafica di Flowering Geometry (2022), opera realizzata dallo scultore ucraino Dmytro Shavala (nato nel 1994).
L’antologia Poeti d’Ucraina è stata pubblicata nell’agosto del 2022 dalla casa editrice Mondadori nella collana di poesia “Lo Specchio”, nata negli anni Quaranta per volere di Alberto Mondadori. La veste grafica di queste pubblicazioni è un dettaglio rilevante, considerato che nel 2017 la collana è stata sottoposta a un restyling ispirato all’opera di Pablo Palazuelo. Da allora le copertine sembrano aver conservato per lo più un aspetto astrattista, con alcune eccezioni. In questo caso è concesso giudicare il libro dalla copertina, dal momento che la selezione di poesie voluta dai curatori-traduttori, Alessandro Achilli e Yaryna Grusha Possamai, oltre a offrire al lettore italiano una prova tangibile della maturità poetica raggiunta ormai da tempo in Ucraina, è molto bella. Nella Premessa i curatori hanno cercato di comunicare, in modo semplice e conciso, le molteplici sfaccettature del valore che la poesia ha assunto nel corso dei secoli in Ucraina. Il valore della poesia ucraina è di un’entità tale da permettere al lettore straniero di osservare – in piccola parte, come da uno spioncino – il mondo ucraino in tutta la sua complessità. Per far ciò le liriche tradotte, quasi novanta, sono suddivise in sei sezioni. Ogni sezione è preceduta da un’introduzione nella quale viene presentato il contesto delle poesie inserite. La periodizzazione che viene proposta indirettamente attraverso questa suddivisione in sezioni è stata costruita dai curatori-traduttori. Alessandro Achilli ne ha riassunte le ragioni in questo modo:
“Ci tenevamo a dare un ruolo di peso a Vasyl’ Stus come vero iniziatore della nuova poesia ucraina dopo la parentesi forzata dello stalinismo, quindi abbiamo creato una sezione tutta per lui. E anche la “Scuola di Kyjiv” non poteva che meritare qualche pagina tutta sua, nonostante la sua strana cronologia: poeti che iniziano a scrivere negli anni Sessanta, ma che pubblicano tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta. Poi abbiamo – a grandi linee – gli ultimi anni dell’età Sovietica e la “lunga età post-sovietica”, dai primi anni Novanta alla data simbolo del 2014 (la sezione secondo me più complessa, più “decentrata”, polifonica). Quindi, un mix tra una nostra visione dello sviluppo della poesia ucraina recente e un certo consenso storico-letterario.”
L’unica sezione dedicata interamente a un autore è, dunque, la prima: quella su Vasyl’ Stus (1938-1985), poeta “simbolo della fuoriuscita dell’Ucraina dall’oppressione sovietica” (p. 5). È importante iniziare questo viaggio nella poesia ucraina contemporanea con Stus, e non solo in virtù del ruolo che ha ricoperto e ricopre politicamente come dissidente. Ridurlo a ciò sarebbe in contrasto con la sua lotta per la libertà totale dell’arte rispetto alle necessità del tempo in cui viene prodotta, per una poesia che non è strumento, ma luogo di dialogo e crescita, come si apprende leggendo l’introduzione a questo autore. Dallo Stus Center in Ucraina hanno commentato in questo modo l’uscita dell’antologia:
“L’Italia sta gradualmente scoprendo la cultura e la poesia ucraina. In particolare, nel febbraio 2023 è prevista l’apertura di una grande mostra su Maria Prymačenko, forse più tardi sarà presente anche Taras Ševčenko, ma per ora siamo felici di vedere la pubblicazione dell’antologia Poeti di Ucraina, che si apre con le traduzioni di alcune poesie di Vasyl’ Stus”.
Alla prima sezione dedicata a Stus fa seguito la sezione dedicata alla “Scuola di Kyjiv” rappresentata nell’antologia da tre poeti: Mykola Vorobjov (1941), Mychajlo Hryhoriv (1947-2016) e Vasyl’ Holoborod’ko (1945). Come sottolineato da Achilli nel corso di una presentazione dell’antologia, si può già notare qui una certa continuità con la sezione precedente: il valore politico rivendicato da Stus attraverso un linguaggio astratto, puro, è solo apparentemente in contrasto con il linguaggio ermetico che fu proprio della Scuola di Kyjiv. I poeti di questa scuola negli anni Settanta e Ottanta velavano la propria protesta politica proprio con la “purezza” di una poesia che si occupava di temi quali la natura o la poesia stessa. La sezione successiva è dedicata alla poesia degli anni Ottanta, gli anni della perebudova e del disastro di Čornobyl’, quando a emergere fu un nuovo gruppo artistico: i visimdesjatnyky (“i poeti degli anni Ottanta”), un nome che fa riferimento a quello del gruppo di poeti e scrittori dissidenti degli anni Sessanta, i šistdesjatnyky. Il rimando qui non è casuale: “andando a esplorare orizzonti nuovi, i poeti degli anni Ottanta li trovano spesso nel passato storico e letterario, reinventandolo” (p. 37). Qui troviamo poesie di Hryc’ko Čubaj (1949-1982), Natalka Bilocerkivec’ (1954), Oksana Zabužko (1960), Ihor Rymaruk (1958-2008), Oleh Lyšeha (1949-2014), Attyla Mohyl’nyj (1963) e Jurij Andruchovyč (1960). Dopo una breve fase di rallentamento della cultura ucraina, verso l’inizio degli anni Duemila si esibiscono prima nei caffè letterari, poi nel Majdan di Kyjiv, i “poeti dell’Indipendenza”, per i quali la poesia dei visimdesjatnyky è “una sorta di canone […] da sfidare, da plasmare, con cui giocare” (p. 86). I versi qui tradotti sono di poeti nati negli anni Settanta, cioè Serhij Žadan (1974), Anatolij Dnistrovyj (1974), Marianna Kijanovs’ka (1973), Halyna Kruk (1974) e Ostap Slyvyns’kyj (1978) e di poeti nati nel decennio successivo, quindi Oleh Kocarev (1981), Kateryna Babkina (1985), Olesja Mamčyč (1981), e Ljuba Jakymčuk (1985).
Serhij Žadan è forse il poeta più rappresentato in questa antologia, con otto poesie presenti in due diverse sezioni. Abbiamo quindi l’opportunità di osservare, in piccolo, i cambiamenti nella poetica di questo poeta: il Žadan degli anni Novanta era molto diverso da quello di oggi, era un artista all’avanguardia e decisamente più di nicchia dato che si serviva di un linguaggio poetico più complesso. Questo cambiamento nella poetica di Žadan va di pari passo con i cambiamenti che ci sono stati nella poesia ucraina contemporanea, come spiegato da Alessandro Achilli nella sua intervista per Poli-logo. Non si può scindere questa evoluzione della poesia ucraina dagli eventi che ne hanno mutato il contesto di produzione e ricezione. Per i non addetti ai lavori è importante tenere presente almeno due anni: il 2014 e, ovviamente, il 2022. Il 2014 ha rappresentato per tutti un punto di cesura, e la sezione dedicata a questa cesura è la più ricca dell’antologia con ben ventinove poesie. Troviamo qui autori già presenti nelle sezioni precedenti, come Ljuba Jakymčuk, Ostap Slyvyns’kyj e Serhij Žadan, insieme a molti nomi nuovi di poeti nati per la maggior parte negli anni Ottanta: Iryna Cilyk (1981), Anastasija Afanas’jeva (1981), Kateryna Kalytko (1982), Julija Musakovs’ka (1982), Ija Kiva (1984), Pavlo Korobčuk (1984), Alex Averbuch (1985), Iryna Šuvalova (1986). Con loro sono presenti Borys Chersons’kyj (1950), Jurij Izdryk (1962) e Oksana Lutsyšyna (1974).
Ho chiesto ad Alessandro Achilli a cosa sia dovuta la scelta di dedicare così tanto spazio a questa sezione, mi ha risposto:
“dipende dal fatto che il 2014 ha cambiato tutto, sia a livello di identità (termine complesso, che istintivamente può anche darci fastidio, ma al contempo inevitabile, più forte e più vero di quanto forse vorremmo…) che di radicamento, diffusione e ‘stabilizzazione’ della letteratura in Ucraina (anche, naturalmente, grazie alla sempre maggiore diffusione di Internet). E sempre dal 2014 la cultura ucraina non può che parlare – forse soprattutto – di guerra. Sempre per ricordarci che la guerra non è iniziata il 24 febbraio 2022, altra idea a cui pigramente tendiamo ad attaccarci. Abbiamo però cercato di bilanciare la sezione, con molte poesie che parlano effettivamente, direttamente di guerra e altre più ‘universali’, per così dire.”
L’antologia si chiude con una sezione che presenta alcuni testi dell’anno scorso. I traduttori hanno raccolto questi testi nella fase di preparazione dell’antologia, quindi si tratta di versi scritti nella prima fase della guerra, cioè dal febbraio al maggio del 2022. Sarebbe importante e interessante ampliare questa selezione andando a raccogliere e tradurre anche i testi che sono stati scritti dopo, dal maggio del 2022 a oggi. I traduttori hanno dichiarato in diverse occasioni che lavorare su queste poesie, tradurle “in diretta” proprio mentre erano condivise sui social o pubblicate tramite altri canali, è stato un lavoro faticoso, doloroso ma anche terapeutico, che si sono sentiti in questa circostanza, ancor più che in altre, gravati dal peso della responsabilità dovuta a ciò che stavano traducendo in italiano. In questa sezione gli autori sono sei per un totale di otto testi: oltre a quelli delle già citate Iryna Šuvalova, Julija Musakovs’ka e Halyna Kruk, ci sono versi di Lesyk Panasjuk (1991), Oleksandr Irvanec’ (1961), Viktorija Amelina (1986).
Immagine: Dmytro Shavala fotografato per la galleria Galeria Van Rij di Cracovia.
La sonorità, primo aspetto che emerge dalla lettura di queste poesie in lingua originale, è inevitabilmente compromessa nella traduzione. I traduttori hanno provato in tutti i modi a restituire la travolgente attrattività fonetica di alcune di queste poesie. Lo sforzo non è stato vano, talvolta ne sono risultate soluzioni estremamente interessanti, grazie alla loro competenza ma anche allo studio della poesia italiana contemporanea portato avanti appositamente da Achilli e dall’indispensabile contributo di Possamai, madrelingua ucraina che conosce molto bene l’italiano. La volontà dei traduttori di restituire, quantomeno in parte, il suono dell’originale nella versione italiana ha condizionato anche la selezione delle poesie da tradurre, dal momento che i tempi erano stretti e il numero di testi elevato. Come dichiarato dalla stessa Yaryna Grusha Possamai nel corso di una presentazione dell’antologia, il primo criterio selettivo è stato quello dell’iconicità, per fare in modo che le poesie fossero rappresentative per il lettore italiano nel loro contenuto.
Qualcosa che è sicuramente riconoscibile anche solo leggendo il testo italiano sono le immagini di queste poesie. Durante la presentazione di Poeti d’Ucraina presso l’Associazione Italiana dei Polonisti Giovanna Brogi, professoressa emerita di Slavistica all’Università di Milano, ha messo in evidenza proprio il potere immaginifico delle poesie di Poeti d’Ucraina. Oltre a sonorità e immagini, Giovanna Brogi ha sottolineato anche l’importanza di Donec’k nella lingua e nella cultura ucraina contemporanea.
Immagine: Vintage Soviet Postcard Donetsk 1968.
Ormai abituati a leggere i versi su carta, forse troppo spesso dimentichiamo che la poesia andrebbe, prima che letta, ascoltata. Grazie alla presenza del testo a fronte chi conosce l’ucraino ha la possibilità di leggere il testo anche nella lingua originale, anche grazie agli sforzi di Kateryna Mychka, la studentessa che ha aiutato i curatori a raccogliere i testi originali, andando a rintracciarli nelle raccolte, nei siti Internet, nelle foto dei fogli sparsi. Per chi non ha confidenza con la lingua ucraina (in primis, con il suo alfabeto) l’opportunità di leggere il testo originale ovviamente viene a mancare. Ascoltare questi versi letti nella lingua di chi li ha composti è però un’esperienza importante per ogni amante della poesia, e non c’è modo migliore di presentarvi questo libro se non invitandovi ad ascoltare il suono di questi versi. Per questo motivo ho cercato di rintracciare nel Web le letture in lingua originale di questi testi, ne è risultata questa selezione:
Sezione 1: “Cento specchi proiettati su di me”. Vasyl’ Stus e la nuova poesia ucraina
- Vasyl’ Stus
Сто дзеркал спрямовано на мене // Cento specchi proiettati su di me (pp. 8-9)
– Lettura di Yaryna Grusha Possamai, presentazione AISU, minuto 1:12:40, segue lettura in italiano di Maria Grazia Bartolini.
Цей спертий запах смерти, наче спирт // Forte odore di morte, come spirito (pp. 10-11)
– Lettura di Yaryna Grusha Possamai, presentazione AISU, minuto 1:14:10, segue lettura in italiano di Maria Grazia Bartolini.
Я так і не збагнув // Capito non ho ancora (pp. 12-13)
– Lettura di Yaryna Grusha Possamai, presentazione Versipelle, minuto 20:52, segue lettura in italiano di Alessandro Achilli.
Sezione 2: “Non sono più io, ma la pioggia”. Dalla stagnazione agli anni Ottanta. La scuola di Kyjiv
- Mykola Vorobjov
Шибка болить інеєм // La finestra soffre di brina
– Lettura di Yaryna Grusha Possamai, presentazione Versipelle, minuto 25:33, segue lettura in italiano di Alessandro Achilli.
Immagine: Anna Zvyagintseva, Order of things, 2015, PinchukArtCenter, Kyiv.
Sezione 3: “Quanta porpora nel petto della rosa”. Tra anni Ottanta e Novanta. I grandi cambiamenti
- Hryc’ko Čubaj
Коли до губ твоїх лишається півподиху // Alle tue labbra manca meno di un respiro (pp. 38-39)
– Lettura di Marija Gončar sul suo canale YouTube (durata 1’29)
Ніч // Notte (pp. 42-43)
– Videopoesia realizzata da Rostyslav Kuzyk (durata 2’52)
Вдосвіта // All’alba (pp. 40-41)
– Videopoesia realizzata da Jevgen Vorožejkin (durata 1’)
– Lettura di Yaryna Grusha Possamai, presentazione Versipelle, minuto 52:46, segue lettura in italiano di Alessandro Achilli
- Natalka Bilocerkivec’
Забуваються лінії, запахи, барви і звуки // Si dissolvono linee profumi e suoni (pp. 46-47)
– Lettura di Yaryna Grusha Possamai, presentazione Versipelle, minuto 57:06, segue lettura in italiano di Alessandro Achilli
Сто років юності // Cent’anni di gioventù (pp. 48-49)
– Lettura di Natalka Bilocerkivec’ per un progetto di Jurij Kučerjavyj (durata 1’30)
Пора репетицій // L’ora delle prove (pp. 50-51)
– Lettura di Natalka Bilocerkivec’ per un progetto di Jurij Kučerjavyj (durata 1’16).
- Oksana Zabužko
Прип’ять. Натюрморт // Pryp’jat’. Natura morta (pp. 56-57)
– Lettura di Ihor Prokopjuk sul suo canale YouTube (durata 1’43)
Голосом вісімдесятих // La voce degli anni Ottanta (pp. 54-55)
– Lettura di Ihor Prokopjuk sul suo canale YouTube (durata 4’42)
- Oleh Lyšeha
Пісня 551 // Canzone 551 (pp. 64-65)
– Lettura di Oleh Lyšeha, Majdan 2013, sul canale di LitAkcent (durata 2’10)
– Lettura di Oleh Lyšeha, sul canale di Jurij Kučerjavyj (durata 1’22)
Пісня 212 // Canzone 212 (pp. 66-67)
– Lettura di Oleh Lyšeha, sul canale di Jurij Kučerjavyj (durata 2’02)
- Jurij Andruchovyč
Козак ямайка // Il cosacco giamaica (pp. 74-75)
– Performance di Andruchovyč insieme al gruppo polacco Karbido, sul canale di Vadym Il’kov (durata 7’11)
Sezione 4: “Ché le mappe son sempre macchiate”. Gli anni Novanta e Duemila. I caffè letterari di Kyjiv, Leopoli e Charkiv
- Serhij Žadan
Якось-таки ти виріс в цій шпарці // In qualche modo sei cresciuto in questa buca (pp. 88-89)
– Lettura di Yaryna Grusha Possamai, presentazione AISU, minuto 1:17:49, segue lettura in italiano di Maria Grazia Bartolini
Я пам’ятаю голоси // Ricordo le voci (pp. 92-93)
– Lettura di Yaryna Grusha Possamai, presentazione AISU, minuto 1:20:20, segue lettura in italiano di Maria Grazia Bartolini
- Marianna Kijanovs’ka
За стільки років — тільки два листи // Son tanti gli anni, ma solo due le lettere (pp. 104-105)
– Lettura di Ivan Len’o sul canale di Suspil’ne Kul’tura, minuto 2:25.
- Halyna Kruk
Затримати опадання // Fermare la caduta (pp. 108-109)
– Lettura di Yaryna Grusha Possamai, presentazione Versipelle, minuto 1:10:08, segue lettura in italiano di Alessandro Achilli
Immagine: Andriy Bludov, City Vision, 2019, Karas Gallery, Kyiv.
Sezione 5: “Il mio amore come pece d’autunno”. La Rivoluzione. Dopo il 2014
- Ljuba Jakymčuk
Розкладання // Decomposizione (pp. 142-143)
– Lettura di Ljuba Jakymčuk, “Ukrainian Poetry Reading”, minuto 5:09
– Lettura di Ljuba Jakymčuk sul canale di Litakcent (durata 1’43)
- Jurij Izdryk
Молитва // Preghiera (pp. 158-159)
– Lettura di Jurij Izdryk su CHV.TV (durata 0’53)
– Lettura di Yaryna Grusha Possamai, presentazione Versipelle, minuto 1:16:10, segue lettura in italiano di Alessandro Achilli
- Ostap Slyvyns’kyj
З ріки ще добу // Dal fiume ancora un giorno (pp. 168-169)
– Lettura di Ostap Slyvyns’kyj per la videoantologia di poesia ucraina contemporanea sul canale Rymovani mista (durata 1’20)
- Serhij Žadan
Пливи, рибо, пливи // Naviga, mio pesce, naviga (pp. 172-173).
– Lettura di Serhij Žadan, Presentazione di “Dynamo Charkiv”, minuto 5:35
– Lettura di Serhij Žadan, Teatro Verde di Odessa, (durata 1’10)
Sezione 6: “Voi pensavate e noi pensavamo la guerra”. Dopo il 24 febbraio 2022
- Iryna Šuvalova
А ви думали а ми думали війна // Voi pensavate e noi pensavamo la guerra (pp. 212-213)
– Lettura di Iryna Šuvalova, “Translating the war. Poetry readings from Ukraine”, minuto 31:10, segue lettura in tedesco di Beatrix Kersten
– Lettura di Yaryna Grusha Possamai, presentazione AISU, minuto 1:28:50, segue lettura in italiano di Maria Grazia Bartolini
- Julia Musakovs’ka
Несу своє горе у сповитку // Porto il mio dolore in un fagotto (pp. 218-219)
– Lettura di Marija Gončar sul suo canale YouTube (durata 1’02)
- Lesyk Panasjuk
Розкидані обличчя // Volti sparsi (pp. 220-221)
– Lettura di Lesyk Panasjuk, “Translating the war. Poetry readings from Ukraine”, minuto 51:14, segue lettura in tedesco di Michael Pietrucha
- Oleksandr Irvanec’
Субота, 5 березня // Sabato, 5 marzo (pp. 228-229)
– Lettura di Olena Lysenko sul canale Dobra Biblioteka (durata 0’52)
- Viktorija Amelina
Не поезія // Non poesia (pp. 234-235)
– Lettura di Yaryna Grusha Possamai, presentazione Versipelle minuto 1:21:38, segue lettura in italiano di Alessandro Achilli
Immagine: Aleksandra Ekster, View of the bridge, 1936 – 1938.
Presentazioni e recensioni di Poeti d’Ucraina
- Presentazione presso l’Associazione Italiana dei Polonisti, vedi
- Presentazione presso l’Associazione Italiana Studi Ucrainistici, vedi
- Presentazione sulla Radiotelevisione svizzera, vedi
- Presentazione su LiberiOltre, vedi
- Presentazione per il programma “La parola da casa” di G. Cerbino e F. Preziosi, vedi
- Articolo su Linkiesta riguardante l’ultima sezione dell’antologia (Y. G. Possamai, A. Achilli), vedi
- Recensione su Treccani (Sara Vergari), vedi
- Recensione su Huffington (Memorial), vedi
- Recensione sul Venerdì di Repubblica (Tonia Mastrobuoni), vedi
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[…] di Torino e di Bologna, scrittrice, traduttrice e curatrice di antologie di prosa e di poesia ucraina, organizzatrice di mostre ed eventi relativi all’Ucraina. Come impegno quotidiano si è posta […]