Spettacoli, incontri, letture per il centenario della nascita di Wisława Szymborska
Oggi lunedì, questa sera, Wisława Szymborska a Teatro, a Roma.
Domani martedì, alle ore 18:30, Wisława Szymborska all’Istituto polacco di Roma, in Via Vittoria Colonna, 1. Si celebra il centenario della nascita della poetessa polacca organizzando per l’occasione La fine e l’inizio (ovvero L’esordio mancato) ossia un incontro dedicato alla presentazione del suo libro intitolato Canzone nera, a cura di Andrea Ceccherelli, traduzione di Linda Del Sarto, edizione con testo a fronte, Adelphi, 783, 2022, pp. 154.
All’incontro partecipano
- Andrea Ceccherelli – polonista, curatore
- Linda Del Sarto – polonista, traduttrice
- Michał Rusinek – presidente della Fondazione Wisława Szymborska
Dalla scheda dell’Editore: “In una Varsavia che crolla a pezzi, i ragazzi di strada stringono fra le mani le bottiglie di benzina che sono impazienti di scagliare contro i carri armati tedeschi, mentre intorno a loro infuria quell’insurrezione che Białoszewski ha saputo miracolosamente farci vivere dall’interno. Gli spettri della guerra irrompono in Canzone nera, lasciando la giovane Szymborska con un nodo stretto in gola, «intriso d’ira», per la scomparsa dell’amato, ricca di una conoscenza del mondo che è il solo, amaro bottino, e alla ricerca di nuove parole: «A che serve la conoscenza della morte. / A causa sua si raffredda il tè sul tavolo. / Niente atmosfera. Di parole di sapone». I moltissimi, appassionati lettori abituati al suo bisogno di essere sempre universale rimarranno certo stupiti di fronte a testi che lasciano intravedere in filigrana le lacerazioni della Storia. Non a caso, dopo averli composti fra il 1944 e il 1948, Wisława Szymborska non ha voluto raccoglierli in volume, forse anche perché l’Unione degli scrittori polacchi si era nel frattempo pronunciata a favore del realismo socialista come unico stile ufficiale. Superato lo stupore, quei lettori non potranno tuttavia che riconoscere la sua impavida sicurezza di tocco, e rimanerne conquistati: «– è dallo stupore / che sorge il bisogno di parole / e perciò ogni poesia / si chiama Stupore –».
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