Un romanzo rumeno ambientato a Parigi
Matei Vișniec è poeta, drammaturgo, romanziere, giornalista. Nato nel 1956 a Rădăuţi, nel nord della Romania, si è trasferito nel 1987 in Francia per sfuggire alla censura di regime. Negli anni è diventato il secondo drammaturgo romeno dopo Ionesco a imporsi nel panorama teatrale europeo. Sindrome da panico nella Città dei Lumi, suo secondo romanzo, è stato tradotto in francese, russo, ungherese e bulgaro e, nel 2021, in italiano a cura di Mauro Barindi per l’editore Voland.
Il 23 giugno 2022 alle ore 18:00 Matei Vişniec sarà presente ad un incontro con il pubblico alla Casa delle Letterature, Piazza dell’Orologio 3. Insieme all’autore interverranno il Prof. Bruno Mazzoni, noto romenista e traduttore, e la Proff.ssa Martine van Geertruijden, specialista in traduzione e letteratura francese contemporanea.
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L’evento, anteprima del Festival delle Letterature di Roma, è organizzato dalla Casa delle Letterature in collaborazione con l’Accademia di Romania/Istituto di Cultura Romena e l’Ambasciata di Romania in Italia.
Di Matei Vișniec – leggiamo nella scheda degli organizzatori dell’incontro – che era celebre in Romania “già prima del 1987 con la sua poesia trasparente, lucida e amareggiante. A partire dal 1977 inizia a dedicarsi al teatro. Le sue opere hanno circolato molto nello spazio letterario, però la loro messa in scena fu bandita. Nel settembre 1987 Vișniec lascia la Romania per andare in Francia dove ottiene l’asilo politico. Inizia a scrivere in francese e a collaborare con Radio France Internationale. Ad oggi le sue opere sono messe in scena in più di 20 paesi e sono una presenza costante nel repertorio dei grandi festival di teatro europei. In Romania, dopo la caduta del comunismo, Matei Vișniec e diventato fra gli autori con il maggior numero di esibizioni teatrali. Il Teatro del Municipio di Suceava porta il suo nome”.
“Il volume Sindrome da panico nella città dei lumi è una distopia più che reale, che è stata appena consumata da uno scrittore fallito, che è diventato il personaggio principale di questo romanzo. Il Saint-Medard Café sembra una torre di Babele contemporanea, attorno alla quale ruotano molti autori e che è patrocinata dal signor Cambreleng, un editore senza una casa editrice. Un giorno, travolto da centinaia di “pagine di parole” scritte da avidi scrittori di gloria letteraria, in un mondo di immagini e suoni, il signor Cambreleng decreta la morte delle parole. La sua passione principale è collezionare libri caduti in disuso, che riempiono le librerie trasformate in mattatoi, a causa dei lettori ciechi e sordi alla sofferenza dei libri non letti. A Parigi, travolta dai personaggi che l’hanno abitata, dalla sua storia gloriosa, si succedono eventi insoliti, invisibili a un occhio inesperto: una poesia conquista il pianeta, un gatto tiene un diario, una storia d’amore sfugge al controllo, i sogni sfuggono la realtà e tutti gli abitanti si trasformano, senza la loro volontà, in personaggi”.
Dalla scheda dell’Editore italiano: “Un misterioso editore parigino senza casa editrice, il signor Cambreleng, tenta di istruire un manipolo di romanzieri e personaggi: Jaroslava, esule ceca; Pantelis Vassilikioti, scrittore fallito di multiple origini; Hung Fao, il Solženicyn cinese; la libraia Faviola, sensibile alle grida delle opere morenti; François, cacciato di casa dal proprio gatto; Georges e il suo cane Madox, con una grave dipendenza dai notiziari; Matei, profugo romeno, autore di una poesia capace di sovvertire l’ordine comunista. Quando un giorno Jaroslava mostra al suo mentore una decina di quaderni zeppi di parole raccolte nei luoghi più diversi, dai cartelloni pubblicitari alla segnaletica stradale, dalle etichette dei vestiti ai pacchetti di sigarette, l’editore grida al capolavoro: il libro che racchiude Parigi, un insieme di parole vive in grado di salvare la letteratura… Una folgorante riflessione sulla scrittura, spazio di libertà sempre da conquistare”.