Contenuti seri e impegnati alla prova della contemporaneità
di Paolo Morawski
Uno scompartimento standard della metropolitana (romana), otto di mattina, 32 posti a sedere, le persone in piedi saranno diciamo 60/70. Nel fendere la folla cerco di fare una statistica. A occhio 99% delle persone sedute ha la testa ripiegata sul cellulare. Conto un tablet e un libro (!), sbircio, è un romanzo fantasy. Almeno un terzo delle persone che viaggia in piedi “lavora” di cellulare. Conteggio 6 teste con auricolari e una testa incoronata con l’archetto di una cuffia. La persona con la cuffia tocca col dito uno dei due padiglioni contenenti gli altoparlanti, e col dito fa scorrere attraverso il padiglione qualcosa (brani, tracce, canali, stazioni radio, podcast?).
Se questa è la situazione standard (in metro, in autobus, in treno), ebbene costituisce una ardua sfida per la sfera culturale. Se si vuole raggiungere le persone nel loro tempo di trasporto (una finestra temporale lunga in media circa 2 ore al giorno, tra andata da casa e rientro a casa) occorre pensare a offrire ai cittadini viaggianti (“in mobilità”) qualcosa da guardate o ascoltare (in diretta, ma ancor più on demand, in differita) attraverso il cellulare o il tablet.
Segnalo di seguito due tentativi polacchi di contribuire con contenuti originali (con versioni anche in lingua inglese) al nuovo mondo della comunicazione online, adattandosi ai nuovi linguaggi digitali. Anzi, cercando di usarli per veicolare i propri messaggi e attrarre, si suppone, i pubblici digitalmente acculturati.
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Il sito «Culture.pl» propone pagine in polacco, inglese, ucraino, russo. Ha diramazioni su Facebook, su Twitter, su Pinterest. Dà la possibilità di iscriversi alla newsletter. Lo slogan di presentazione di «Culture.pl» è declinato in vari modi: “Sito web di cultura e società”; “rivista online dedicata alla promozione della cultura polacca”: “rivista che porta il meglio della cultura polacca al popolo di Internet”; “Il meglio della cultura polacca recapitato direttamente nella vostra casella di posta”, eccetera.
Dalla scheda di presentazione del sito: “«Culture.pl» è la più grande e completa fonte online di conoscenze sulla cultura polacca. Contiene una grande quantità di articoli, biografie di artisti, recensioni, saggi, sinossi, riassunti, rubriche, video e altri contenuti. Da oltre un decennio, il sito web «Culture.pl» è gestito dall’Istituto Adam Mickiewicz di Varsavia, un’istituzione culturale statale che lavora per rafforzare l’immagine e l’impatto della cultura polacca e la reputazione internazionale dei suoi artisti”. «Culture.pl» è “cofinanziato e sotto l’egida del Ministero della Cultura e del Patrimonio Nazionale della Repubblica di Polonia, che promuove la Polonia e la cultura polacca in tutto il mondo. Con oltre 40.000 articoli in polacco, inglese e russo, «Culture.pl» presenta il meglio della letteratura polacca, del design, delle arti visive, della musica, del cinema e altro ancora, con oltre 6 milioni di visitatori all’anno in 80 Paesi”.
Si spazia, dunque, su temi tra i più vari, seri, utili, di intrattenimento, relativi al patrimonio culturale polacco in senso lato. Trattandosi di un sito istituzionale la polonità che viene espressa talvolta fa sorridere. Come per esempio nell’articolo su Braccio di ferro scritto da Marek Kępa (7 febbraio 2019): A Secret Polish History: The Polish Roots of Popeye. Non è la tesi, ma il tono che allontana: “«Oh, Sono Braccio di Ferro, il marinaio!» La maggior parte delle persone conosce Braccio di Ferro come un marinaio duro e mangiatore di spinaci, un personaggio dei cartoni animati creato dal disegnatore americano E. C. Segar. Ma sapevate chi era l’ispiratore reale del forte marinaio? «Culture.pl» esplora le radici polacche del marinaio! (…) È interessante notare che molti sostengono che il marinaio fittizio fosse basato su una persona reale, uno dei cittadini della città natale di E.C. Segar. Si ritiene che l’uomo in questione fosse Frank ‘Rocky’ Fiegel, i cui genitori erano originari della Polonia”. Frank ‘Rocky’ Fiegel (1868-1947), nato nel 1868 da immigrati polacchi e morto nel 1947 senza eredi, qui lo vediamo ritratto in una famosa foto. La somiglianza indubbiamente impressiona, ma l’aneddoto non oltrepassa la soglia minima di curiosità. Allo stesso modo anche il prussiano Friedrich Wilhelm Nietzsche era polacco?
Il sito «Culture.pl» è in realtà un sito tradizionale – vedi ad esempio l’articolo sul sesso nella Polonia comunista. Ciononostante annovera una sezione Podcast che presenta – cito – “Storie dell’Occidente orientale (…) storie poco conosciute dell’Europa centrale e orientale che hanno cambiato il nostro mondo… La quarta stagione è attualmente in pieno svolgimento!”. Annovera inoltre una sezione Multimedia. Ma ambedue le sezioni sono tuttavia editorialmente “consuete”, prive di particolare innovazioni comunicative. Vedi ad esempio la puntata audio dedicata al jazz polacco. Vedi ad esempio l’articolo sulla mostra “Ukraine Through a Lens – Justyna Mielnikiewicz & Michal Chelbin at the PHOTO IS:RAEL Festival”.
La vera innovazione editoriale è nascosta nel sito in una produzione speciale del 2019 realizzata per festeggiare l’indipendenza polacca 100 anni dopo. Il progetto fu allora finanziato dal Ministero della Cultura e del Patrimonio Nazionale della Repubblica di Polonia nell’ambito del programma pluriennale “Niepodległa 2017-2022” e fu realizzato dall’Istituto Adam Mickiewicz di Varsavia con il logo «Culture.pl» nell’ambito di “Polska 100”, il programma culturale internazionale che accompagnò a suo tempo il centenario della riconquista dell’indipendenza della Polonia.
La realizzazione multimediale del 2019 sceglie per filo conduttore – cito – “un viaggio attraverso un paese che non è stato a lungo (per oltre 120 anni) sulla carta geo-politica d’Europa”. Leggiamo (traduzioni mie): “Nel 1885, il critico danese Georg Brandes intraprese un viaggio nella capitale di un paese inesistente, Varsavia. Lì scoprì che, nonostante la Polonia fosse stata smembrata dalle spartizioni, i polacchi e la cultura polacca erano ancora fiorenti. Esplorate questa storia turbolenta nella nostra guida multimediale interattiva Where is Poland?”.
… «in Polonia, cioè da nessuna parte» – è ambientato Ubu Roi di Alfred Jarry. La prima versione dell’opera fu scritta nel 1888.
Dovè la Polonia? “Immaginate un paese nel cuore dell’Europa – dove ogni viaggio all’estero richiede il permesso delle autorità; – dove la censura governativa esamina attentamente persino i libri di cucina; – dove non è permesso parlare la propria lingua madre in pubblico; – dove i lavoratori non hanno diritti; – dove le donne non hanno diritto al voto; – dove di fatto non ci sono elezioni. Gli emigranti di questo Paese conquistano Parigi e riempiono i ponti delle navi dirette in America…” Guarda il trailer.
Riprendiamo dalla presentazione:
“Georg Brandes tornò in Polonia diverse volte e, oltre a Varsavia, visitò Cracovia e Leopoli. Divenne un convinto sostenitore della causa polacca sulla scena internazionale. Il suo viaggio sfociò nel libro Impressioni dalla Polonia (Indtryk fra Polen, 1888), successivamente tradotto in tedesco, svedese e inglese. Più di 130 anni dopo, ci siamo messi sulle sue tracce: la nuova guida multimediale di «Culture.pl» segue le Impressioni dalla Polonia di Brandes. Il narratore della guida non è polacco – la prospettiva di Brandes è quella di uno straniero, pieno di empatia e gentilezza ma, a volte, anche di critiche. Ci aiuta a guardare un periodo cruciale della storia polacca attraverso una lente diversa: era un periodo in cui i confini del Paese erano in movimento e l’indipendenza della Polonia non era affatto una prospettiva sicura. La guida ci conduce attraverso gli ultimi tre decenni delle Spartizioni. È un periodo pieno di paradossi: da un lato si intensificano le brutali politiche di russificazione e germanizzazione, dall’altro è un periodo di straordinaria prosperità per la cultura polacca. Infine, è un periodo di rapidi cambiamenti: modernizzazione, industrializzazione e nascita della società polacca moderna. Guardando a quel complesso periodo storico, il progetto multimediale fa riferimento a problemi universali, rilevanti per il lettore contemporaneo: autoritarismo, disuguaglianze sociali, conflitti etnici, esperienze migratorie”.
“La guida è composta da nove capitoli in ordine cronologico. Può essere letta nel suo insieme, ma ogni capitolo è anche un’entità indipendente, che rivela uno specifico aspetto chiave della cultura polacca. La domanda «Dov’è la Polonia?» è ricorrente. Unitevi a Brandes nella ricerca della risposta!”.
Il progetto La storia della Polonia spartita attraverso gli occhi di uno straniero, Georg Brandes – apre al lettore un altro mondo europeo e pure un tentativo diverso di raccontare. La narrazione si dipana per successivi riquadri usando numerosi materiali d’archivio visivi (cartoline, foto, grafiche, manifesti, carte), anche video (film e filmati d’epoca) e audio d’epoca (musiche). La navigazione si svolge in verticale e in orizzontale, con elementi di interattività (come il quiz finale il cui scopo è registrare la mail dell’utente), qualche assaggio ludico (mini-giochi), testi brevi con link a testi laterali più lunghi di approfondimento, linguaggi talvolta presi dal fumetto (nuvolette che contengono indicazioni, spiegazioni, citazioni, i pensieri dei personaggi). Il risultato finale è ricco, incuriosisce, spinge a continuare la navigazione. Complessivamente forme e contenuti sono di qualità. Un esperimento stimolante; ancorché, forse, leggermente dispersivo per i “gutemberghiani”. Fosse pensato oggi, Where is Poland? sarebbe molto diverso.
Di seguito alcune schermate.
(Domani su poli-logo un secondo esempio di narrazione digitale).
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[…] ha esplorato la possibilità di narrare questioni storiche culturalmente rilevanti con linguaggi multimediali digitali. Oggi l’esplorazione prosegue analizzando un altro sito-archivio polacco collegato a […]