Traduzioni, introduzioni, postfazioni, illazioni, invenzioni, precisazioni
di Luigi Marinelli
A conclusione della bella e appassionata Presentazione di Renato Prinzhofer a quella che, a tutti gli effetti, fu la prima traduzione di Solaris in italiano ad opera di Eva Bolzoni (alias Ewa Zaniewska Bolzani – nota 1), versione del 1973 ripresa poi in varie successive edizioni Mondadori – nota 2, si poteva leggere:
La traduzione è stata condotta direttamente sul testo polacco. Abbiamo posto ogni cura per avere una versione quanto più fedele possibile. […] C’è da dire che non esiste una vasta tradizione, in Italia, di traduzioni dal polacco e […] si capisce facilmente che l’impresa non è stata da poco. Ci auguriamo che il risultato non abbia tradito troppo lo stile dell’autore, che abbiamo cercato in ogni modo di rispettare, anche nella punteggiatura – nota 3.
Com’è noto, nel 2013 l’editore Sellerio pubblicò una nuova traduzione del più famoso romanzo di Stanisław Lem (1961), ad opera di Vera Verdiani per la cura di Francesco M. Cataluccio, il quale ultimo, nella sua dotta postfazione scriveva:
Solaris […] fu conosciuto nel mondo grazie all’edizione inglese del 1971 di Joanna Kilmartin e Steve Cox, che però lo tradussero dal francese (nella versione di Jean Michel Jasienski) e tagliarono arbitrariamente le parti che sembrarono loro appesantire la trama del racconto. La prima edizione italiana, uscita presso l’Editrice Nord, nel 1973, a cura di Eva Bolzoni, fu tradotta dall’inglese e si portò quindi con sé anche tutte le mutilazioni. Nulla cambiò con le successive edizioni, a partire dal 1982, di Mondadori, che mantenne la traduzione dall’inglese e i tagli […] La presente edizione, basata sull’edizione polacca, che fa parte delle Opere complete di Stanisław Lem, curata da Jerzy Jarzębski, pubblicate dal Wydawnictwo Literackie di Cracovia, è la prima tradotta dall’originale polacco e in forma integrale – nota 4.
Sembra evidente che in una delle due occorrenze siamo di fronte a disinformazione, o quanto meno a un grosso fraintendimento, che mi pare sia il caso di chiarire.
Fermo restando che:
1) il traduttore francese, al quale – stando alla postfazione dell’edizione Sellerio – parrebbe risalire la filiera delle prime traduzioni di Solaris in inglese e di lì in italiano, si chiamava Jasienko (e non Jasienski) – nota 5;
2) che la prima edizione della traduzione di Kilmartin e Cox era del 1970 (e non del 1971) – nota 6;
3) che Eva Bolzoni non era curatrice, ma solo traduttrice della prima versione italiana di Solaris
un breve confronto delle quattro versioni in gioco ci convince che la traduzione italiana del 1973 fosse stata anch’essa svolta sull’originale polacco, senza essere affatto passata per altre vie, né tanto meno “mutilata”.
Non c’era insomma nessun motivo plausibile per il postfatore dell’edizione Sellerio 2013 di scrivere quello che ha scritto. Né importa se l’abbia fatto in buona fede, magari fuorviato da erronee opinioni altrui, avverse alla preesistente traduzione di Eva Bolzoni alias Bolzani. Fatto sta che – bene o male – il lavoro di quest’ultima era stato integralmente compiuto sul testo originale polacco di Solaris, molto probabilmente senza neanche tenere sott’occhio le precedenti versioni francese e inglese, una procedura invece impiegata spesso da molti traduttori, specie i migliori, magari anche da Vera Verdiani per la sua traduzione del 2013. A tal proposito, si mettano ad esempio a confronto i seguenti quattro frammenti tratti dal secondo capitolo di Solaris – nota 7, in cui si nota chiaramente che, rispetto alle altre tre, è proprio la traduzione Bolzoni a esprimere una perfino eccessiva “fedeltà” verso il testo polacco (cosa che del resto abbiamo visto onestamente dichiarata da Prinzhofer nel citato brano della sua Prefazione):
Lem:
Jakoż w cztery lata po tym odkryciu okrążyła ją wyprawa Ottenskjolda, który badał planetę z Laokoona i dwu towarzyszących statków posiłkowych.
Jasienko:
Quatre ans après cette promotion, survolant la planète avec le Laakon et deux vaisseaux auxiliaires, l’expédition d’Ottenskjold entreprit d’étudier Solaris.
Kilmartin e Cox:
Four years after this promotion, overflying the planet with the Laakon and two auxiliary craft, the Ottenskjöld expedition undertook a study of Solaris.
Bolzoni:
Quattro anni dopo questa scoperta, il pianeta fu studiato dalla spedizione di Ottenskjold, che orbitò intorno ad esso col Laokoon accompagnato da due navi ausiliarie.
Verdiani:
Quattro anni dopo questa promozione, Solaris era stato sorvolato dalla spedizione Ottenskjöld che, con il Laocoonte e due navi ausiliarie, ne aveva intrapreso lo studio.
Anche solo a partire dalla comparazione di queste due righe si potrebbero forse azzardare delle deduzioni (ad esempio l’inglese si porta dietro dal francese la strana grafia Laakon, probabilmente un refuso, e quindi errore congiuntivo; mentre Bolzoni è l’unica a tradurre letteralmente con “scoperta” il polacco odkrycie che gli altri tre rendono liberamente con “promotion / promozione”). Tuttavia, la – ripeto – normale pratica dell’emulazione e mutua ispirazione fra traduttori dello stesso testo in varie lingue, pur appassionante dal punto di vista traduttologico, qui non ci interessa, poiché il nostro fine è semplicemente confutare la doppiamente falsa illazione (leggi: traduzione indiretta e ridotta), secondo cui “la prima edizione italiana di Solaris, uscita presso l’Editrice Nord, nel 1973, a cura di Eva Bolzoni, fu tradotta dall’inglese e si portò quindi con sé tutte le mutilazioni” di quello.
A riprova, metto semplicemente a confronto quattro frammenti tratti da un punto “topico” come l’inizio del quattordicesimo e ultimo capitolo di Solaris, “Il vecchio mimoide”.
Originale polacco di Stanisław Lem (1961):
Siedziałem u wielkiego okna i patrzałem w ocean. Nie miałem nic do roboty. Raport, opracowany w pięć dni, był teraz wiązką fal, pędzącą przez próżnię gdzieś za gwiazdozbiorem Oriona. Kiedy dotrze do ciemnej mgławicy pyłowej, która rozprzestrzenia się na obszarze ośmiu trylionów sześciennych mil i pochłania każdy sygnał i promień światła, natrafi na pierwszy z łańcucha przekaźników. Stąd, od jednej radioboi do drugiej, skokami, liczącymi miliardy kilometrów, będzie mknął po krzywiźnie olbrzymiego łuku, aż ostatni przekaźnik, metalowa bryła, pełna ciasno upakowanych, precyzyjnych instrumentów, z wydłużonym pyskiem kierunkowej anteny, skupi go raz jeszcze i ciśnie dalej w przestrzeń, ku Ziemi. Potem upłyną miesiące i taki sam pęk energii, ciągnąc za sobą bruzdę udarowych zniekształceń w grawitacyjnym polu Galaktyki, wystrzelony z Ziemi, dopadnie czoła kosmicznej chmury, prześliźnie się, wzmacniany wzdłuż naszyjnika wolno dryfujących boi, i z nie zmniejszoną chyżością pomknie ku podwójnym słońcom Solaris.
Traduzione francese di Jean-Michel Jasienko (1966):
Assis devant la grande fenêtre, je regardais l’océan. Je n’avais rien à faire. Le rapport, rédigé en cinq jours, était maintenant un faisceau d’ondes qui couraient dans le vide, quelque part au-delà de la constellation d’Orion. Quand il atteindrait la sombre nébuleuse, qui absorbe tous les signaux et les rayons lumineux dans une masse de huit trillions de milles au cube, notre rapport serait recueilli par la première antenne d’une chaîne de relais. Alors, décrivant un arc gigantesque, sautant d’une bouée radio à une autre par bonds de milliards de kilomètres, le rapport parviendrait enfin au dernier relais, bloc métallique bourré d’instruments de précision ; et le bec allongé de l’antenne de retransmission capterait le faisceau d’ondes en le concentrant, pour le relancer dans l’espace, vers la Terre. Des mois s’écouleraient ensuite, puis un semblable faisceau d’énergie, parti de la Terre, creuserait un sillon de perturbations dans le champ de gravitation de la Galaxie; heurtant de front le nuage cosmique, il poursuivrait sa route sans perte de vitesse, amplifié par la longue chaîne des bouées libres qui le dirigeraient vers les deux soleils de Solaris.
Traduzione inglese di Joanna Kilmartin e Steve Cox (1970):
I sat by the panoramic window, looking at the ocean. There was nothing to do now that the report the report, which had taken five days to compile, was only a pattern of waves in space. It would be months before a similar pattern would leave earth to create its own line of disturbance in the gravitational field of the galaxy towards the twin suns of Solaris.
Traduzione italiana di Eva Bolzoni, alias Ewa Zaniewska Bolzani (1973):
Sedevo davanti a una grande finestra e guardavo l’oceano. Non avevo niente da fare. Il rapporto era stato steso in cinque giorni, era adesso un fascio di raggi che attraversava il vuoto oltre la costellazione di Orione. Quando avrebbe raggiunto la nebulosa oscura che si estende su una superficie di otto trilioni di miglia cubiche, e che assorbe ogni segnale e raggio di luce, si sarebbe imbattuto in una delle prima [sic! LM] stazioni ripetitrici. Da qui, da una boa radio a un’altra, sarebbe saltato per milioni di chilomentri, continuando lungo la curva dell’arco, e infine l’ultimo trasmettitore, un blocco metallico pieno di di strumenti di precisione, con la testa allungata per l’antenna direzionale, l’avrebbe concentrato e inoltrato nello spazio verso la Terra. Dopo parecchi mesi un uguale fascio di energie emesso dalla Terra, lasciando dietro di sé una scia di deformazioni nel campo gravitazionale della galassia, raggiungerà il fronte della nube cosmica, scivolerà rinforzandosi lungo il cordone libero delle boe, e con non minore velocità si dirigerà verso i doppi soli di Solaris.
Traduzione italiana di Vera Verdiani (2013):
Seduto di fronte alla grande finestra guardavo l’oceano. Non avevo niente da fare. Il rapporto, redatto in cinque giorni, era attualmente un fascio di onde galoppanti nel vuoto da qualche parte oltre la costellazione di Orione. Raggiunta l’oscura nebulosa pulviscolare che, estesa su uno spazio di otto trilioni di miglia cubiche, assorbiva ogni segnale e ogni raggio di luce, si sarebbe imbattuto nella prima catena di trasmettitori. Da lì, da una radioboa all’altra, a balzi di miliardi di chilometri avrebbe percorso la curva di un immenso arco finché l’ultimo trasmettitore, blocco metallico fitto di strumenti di precisione, l’avesse captato e concentrato con il lungo becco dell’antenna direzionale, rilanciandolo nuovamente nello spazio verso la Terra. Poi, dopo mesi, un analogo fascio di energia trasmessa dalla Terra, con al suo seguito una scia di perturbazioni nel campo gravitazionale della Galassia, avrebbe raggiunto il fronte della nube cosmica; di lì, amplificato, sarebbe scivolato lungo la collana di boe in lenta deriva e, con immutata velocità, sarebbe filato verso i due globi di Solaris.
La conclusione a cui si giunge attraverso un semplice confronto testuale come quello appena proposto, e senza ulteriori commenti, è che il taglio avviene solo nella versione inglese di Kilmartin e Cox, mentre le altre tre seguono il testo originale polacco. Tuttavia – e visto che il curatore dell’edizione Sellerio con la sua recisa affermazione ha poi indotto in errore anche altri – nota 8 – credo che, in termini di filologica lealtà, tanto fosse dovuto a Renato Prinzhofer, ottimo prefatore della prima edizione italiana di Solaris, e alla sua traduttrice Eva Bolzani, il cui lavoro, ben quarant’anni prima dell’edizione Sellerio, si colloca immediatamente a ridosso dello straordinario successo internazionale di Lem e del suo capolavoro, dovuto proprio a queste prime uscite nelle lingue occidentali e soprattutto all’ampio consenso riscosso dal film di Andrej Tarkovskij, vincitore del Gran Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes del 1972, questo sì oggetto di gravi “mutilazioni” nella sua primitiva veste italiana del 1974, a causa dei tagli di oltre quaranta minuti e del conseguente adattamento del copione ad opera di Dacia Maraini
NOTE
NB – Questo articolo è una versione ridotta di un più ampio studio su alcune vicende del capolavoro di Stanisław Lem in Italia, in uscita a settembre 2024 negli Atti del convegno “Galassia Lem” (Roma, 26-28 ottobre 2021).
1 – In data 23 marzo 2024 ho ricevuto via e-mail dal dottor Alberto Bolzani, vedovo della signora Ewa Zaniewska Bolzani, un file contenente le seguenti brevi notizie biografiche: «L’incarico per la prima traduzione dal polacco fu affidato direttamente dall’editore ad Eva Zaniewska Bolzani, la prima traduttrice di Lem in Italia, figlia di un polacco anch’esso nato a Leopoli come l’autore di Solaris. Eva Bolzani dopo gli studi all’Università di Varsavia si è laureata a Milano all’Università Cattolica con i professori Sante Graciotti, ordinario di Slavistica e Pietro Marchesani, titolare della Cattedra di Lingua e Letteratura Polacca. […] La prima traduzione integrale in italiano fu eseguita tra il 1972 e il 1973 direttamente sul testo originale in lingua polacca edito a Varsavia dal Ministero della Difesa. Il testo presentò difficoltà per la modernità di alcuni termini inusuali, termini allora poco comuni derivanti in parte dalla formazione scientifica dell’Autore, specializzato in biologia e cibernetica. Sono tuttora conservati a Milano i manoscritti originali. La stampa della prima edizione italiana di Solaris fu tradotta integralmente e direttamente dal polacco nella edizione originale “Solaris, Wydawnictwo Ministerstwa Obrony Narodowej, Varsavia 1961”. Nella prima edizione italiana (1973) il cognome della traduttrice Eva Bolzani fu riportato erroneamente (Eva Bolzoni) e il curatore Prinzhofer prese l’impegno di rettificare il cognome nelle successive edizioni. L’errore nel cognome della traduttrice si propagò nelle edizioni successive di Mondadori (Oscar, Urania, Omnibus ed altre) e l’Editore Mondadori si dichiarò impegnato “all’assolvimento di quanto dovuto ai titolari dei diritti di traduzione”». Ringrazio il dottor Bolzani per avermi messo a parte di questo documento, nel ricordo della prima traduttrice di Solaris, sua compagna di vita per cinquanta anni.
2 – Queste le successive edizioni Mondadori di Solaris, sempre contenenti la traduzione in cui il nome della traduttrice continuerà a comparire erroneamente come Eva Bolzoni: Oscar fantascienza n. 1559 del 1982, I Classici di Urania del giugno 1990, Omnibus del marzo 2003, Oscar scrittori del Novecento del 2004, Collezione Urania n.24 del gennaio 2005, Oscar classici moderni n. 207 del 2007. Si noti che il retrofrontespizio della citata edizione Mondadori/Urania 2005 conteneva la seguente dichiarazione: “L’editore ha ricercato con ogni mezzo i titolari dei diritti di traduzione senza riuscire a reperirli: è ovviamente a piena disposizione per l’assolvimento di quanto occorra nei loro confronti”.
3 – Cfr. Renato Prinzhofer, Presentazione, in Stanislaw [sic!] Lem, Solaris, traduzione integrale dal polacco di Eva Bolzoni, Editrice Nord, Milano 1973, pp. IX-X.
4 – Francesco M. Cataluccio, L’oceano dei neutrini pensanti, in S. Lem, Solaris, trad. V. Verdiani, Sellerio editore, Palermo 2013, pp. 316-317.
5 – Cfr. Stanislas Lem, Solaris, trad. du polonais par Jean-Michel Jasienko, Denoel, Paris 1966; da qui le citazioni del testo francese nel prosieguo dell’articolo.
6 – Cfr. Stanislaw Lem, Solaris, transl. Joanna Kilmartin, Steve Cox, Walker & Co., New York 1970; da qui le citazioni del testo inglese nel prosieguo dell’articolo.
7 – Traggo le citazioni dell’originale polacco del romanzo dalla recente ristampa: S. Lem, Solaris, posłowie Jerzy Jarzębski, Wydawnictwo Literackie, Kraków 2023, il cui testo si basa sull’edizione: Stanisław Lem, Dzieła zebrane [“Opere complete”], redazione scientifica di Jerzy Jarzębski, vol. XVIII Solaris, Wydawnictwo Literackie, Kraków 2002.
8 – Di recente anche Alessandro Amenta ha scritto della “vecchia traduzione dall’inglese di Eva Bolzoni”, annettendo quindi Solaris fra i testi di Lem “riproposti per anni in versioni da altre lingue rispetto al polacco” (cfr. Non solo Lem. La narrativa di genere polacca in Italia, “Europa Orientalis”, 2023 n. 52, p. 102 e 101, on line in open access all’indirizzo; blocco tematico monografico: La letteratura polacca in Italia (1991-1921): nuovi itinerari di una presenza, a cura di A. Ceccherelli).
Di Luigi Marinelli leggi anche Bianco diventa nero e nero bianco. Alienazione e menzogna del linguaggio. Un poeta polacco racconta la sua vita a un altro poeta polacco.
2 Commenti. Nuovo commento
Ringrazio il professor Marinelli per questa accurata ricostruzione , che restituisce il dovuto merito alla prima, bravissima traduttrice di Solaris dando – con lei – una lezione di stile.
E’ mio dovere ringraziare il dottor Sellerio per l’attenzione al caso , avere riconosciuto e avermi scritto personalmente che la prima traduzione integrale dall’originale testo in polacco è stata eseguita da Eva Bolzani Zaniewska. E’ mio piacere ringraziare il professor Luigi Marinelli e tutti quanti si sono impegnati a sostenere con passione la realtà.