Due liriche di Giancarlo Montedoro
Immagine di copertina: Voyageurs di Bruno Catalano (Marsiglia)
Esilio
Era come se ci fossi ma non c’ero.
Quando la terra si è spezzata
Assenza dalla casa mai ritrovata.
Il segreto è diventare aria
Porta e chiave
Barca e vento
Per ogni movimento
Un grido
Ripercorrere tutti gli alfabeti
Dico all’onda
Di non portarmi lontano
Da te.
Una volta c’erano isole
Alle quali approdare
Oggi il mondo è tutto terra di esilio.
Giorni umidi di nubi
Separano due Rome
Ritornello solitario nella notte.
Ti sento rapita
Da un’onda
Amore mio
Non biasimarmi
Dobbiamo aspettare il domani
Ti scrivo dalle rovine del presente.
Ti adagio sul mio pensiero
Ti sollevo luminosa come una stella
Ti sottraggo ad ogni sguardo straniero
Ma solo in questi versi.
Il fiume piange.
Il libro è la mia sola dimora.
————————
Occidente
Non sia il tuo cuore occupato
Da piramidi egizie
Il mondo statico e immobile
Non fa per te.
L’Europa che si leva
Si divide
E ricerca senza fine
Questo tu sei.
La scienza pesa
La coscienza non è tranquilla
Ed è difficile la democrazia.
La tecnica sviata
Tornerà
Ad essere morale.
Può anche essere che noi
Noi ritorneremo
Ad essere quel che fummo.
Il tempo breve
Che ci compone
Non ci porta ad alcuna verità.
La porta è stretta
L’arte muta
La fede lontana
Ma la vita
Deve essere vissuta.
Prima dell’oblio
Che segue alla caduta.
Consacro questo verso
Ad una calma inclinazione
Al sentimento
Che mi dona il vento di Istanbul
Ti vedo
E in corpo ed anima dimoro.
Non ti vedo
E non mi posso amare.
Non sono niente di ciò che sarò.
Ma so cosa è l’istante eterno.
Immagine: dettaglio di antico diagramma della rosa dei venti, che mostra i venti prevalenti nel 1650.
Di Giancarlo Montedoro vedi altre liriche: Una lirica per la libertà, Oltre i muri e Cammino europeo.
1 Commento. Nuovo commento
[…] Giancarlo Montedoro vedi altre liriche: “Esilio” e “Occidente”; Una lirica per la libertà, Oltre i muri e Cammino […]