Una lirica di Giancarlo Montedoro
Cammino europeo
In tempesta al tramonto
Non so più perdonare
In mano un timone polacco
Ed un libro di Conrad
Il sole affonda
Mentre mi stringi con braccia insondabili.
Dovremmo sentire le voci eterne
che comandano di odiare la morte
Ma il vento batte
E la nave sta salpando
Noi non possiamo scendere
Ci tocca navigare.
Vorrei essere sempre sicuro
Di metterti in salvo.
Queste sono meditazioni
Nell’emergenza
Di uno che non accetta
Il mondo come stato di eccezione.
Scorrono intanto
I giorni di violenza
Si pensa all’oscurità
Alla deriva come un ponte contro il cielo
La malinconia
A questo punto non è una ferita.
Fulmini razzi
Svelti come il dolore
Attraversano
Il cuore.
La tenerezza brutale
A volte fa godere.
Afferrami e fammi schiavo.
Trasportami nella foresta.
Ma la guerra è occhio che acceca
Bocca che si cuce. Gamba che si spezza e sangue rappreso.
Davvero non so più non ho saputo mai
Fare il male.
Siamo carne aperta sul mondo.
Nervi tumultuosi di solo amore.
Ci resterà una carriola di lacrime.
1 Commento. Nuovo commento
[…] Di Giancarlo Montedoro vedi altre liriche: Una lirica per la libertà, Oltre i muri e Cammino europeo. […]