Curiosando liberamente tra podcast e offerte audio
di Laura Ragone
Immagine di copertina
La forma podcast, nuova declinazione dell’emergente ecosistema dell’Audio, negli ultimi anni sta guadagnando sempre più popolarità ovunque. La Germania non fa eccezione; e la drammatica occasione della guerra ha visto comparire nel giro di pochi giorni un gran numero di emissioni dedicate, insieme a puntate a tema di podcast di taglio politico.
Ma come viene affrontata la questione nei programmi che i tedeschi scelgono per informarsi e approfondire? Su Deutschlandfunkkultur.de, pagina web dell’omonima stazione radio, un articolo della giornalista radiofonica Carina Schroeder critica l’approccio “seriale” nell’affrontare temi diversi che sembra animare alcune delle produzioni. “Nuovo conflitto, stesso modello”, titola la giornalista – modello che consisterebbe in sostanza nell’invitare un esperto attorno a cui costruire la trasmissione. Se nei primi tempi del Covid erano i virologi, ora si è passati ai militari: questo spiega, citando Was tun, Herr General? (Cosa fare, signor generale?, è il titolo francamente un po’ inquietante), podcast della MDR (Mitteldeutscher Rundfunk) in cui l’ex-generale della NATO Erhard Bühler viene interpellato circa le strategie militari russe e ucraine.
Simile focus sull’aspetto militare della questione adotta Streitkräfte und Strategien (Forze armate e strategie). Il podcast della NDR (Norddeutscher Rundfunk), che dal 24 febbraio si dedica in particolare alla guerra in Ucraina, è in qualche modo la continuazione del programma radiofonico storico omonimo cominciato nel 1968, in piena guerra fredda. Oggi Streitkräfte und Strategien è il secondo post di argomento politico in tedesco più ascoltato in assoluto secondo il sito podwatch.io, e la sua edizione speciale dedicata alla guerra in Ucraina si presenta così (traduco dalla scheda di presentazione):
Gli ultimi aggiornamenti sulla guerra in Ucraina. Con quali armi attacca la Russia e come si difende l’Ucraina? Il podcast vi informa nei giorni feriali alle 17:30 sugli ultimi sviluppi nella zona di crisi ed elenca quali strategie militari hanno successo e quali falliscono. Andreas Flocken, esperto di politica di sicurezza della NDR, parla con Carsten Schmiester, a lungo corrispondente dell’ARD, della guerra e delle sue conseguenze. Come può difendersi la Bundeswehr [nome con cui si indica l’insieme delle forze armate della Repubblica Federale tedesca, ndr] e quali piani ha la NATO?
Sempre la NDR (nella sua divisione del Meclemburgo-Pomerania occidentale) produce il podcast Akte Nord Stream 2 – Gas, Geld, Geheimnisse (File Nord Stream 2 – Gas, denaro, segreti), più vicino al genere inchiesta. Non si tratta, in questo caso, di un appuntamento giornaliero o settimanale: le sette puntate del podcast sono state pubblicate nell’arco di pochi giorni, tra il 17 e il 23 maggio. Questa la descrizione (tradotta) dell’emissione, che tocca senz’altro un argomento sensibile per la Germania e per il Land del Meclemburgo-Pomerania occidentale in particolare:
Il governo di un Land tedesco che aiuta una società statale russa a completare un gasdotto. Sanzioni internazionali aggirate grazie a una presunta associazione per la mitigazione dei cambiamenti climatici. Solo dopo l’attacco della Russia contro l’Ucraina il Meclemburgo-Pomerania Occidentale ha cambiato il suo orientamento pro-Putin. Ma prima di quel momento, 20 milioni di euro del Nord Stream 2 sono confluiti nella fondazione, si sono organizzate cene con un ex-ufficiale della Stasi e le domande della stampa sono state ignorate.
Dell’uso della locuzione “guerra in Europa” si è già accennato su poli-logo; ed è proprio questo il sottotitolo scelto per il podcast con cadenza variabile Alles ist anders – Krieg in Europa (Tutto è cambiato – guerra in Europa) prodotto da WDR (Westdeutscher Rundfunk Köln), SWR (Südwestrundfunk) e RBB (Rundfunk Berlin-Brandenburg). Ci si rivolge al pubblico tedesco con il dichiarato intento di placarne le ansie in un periodo di grande incertezza:
Stiamo vivendo una svolta epocale, afferma il Cancelliere Olaf Scholz. Tutto è cambiato – in Europa, nel mondo e per una giovane generazione che per anni si è sentita al sicuro. All’improvviso c’è la guerra. Tutti stiamo sperimentando paura, senso di insicurezza e angoscia, e vogliamo accompagnarvi in questo momento, fornendovi le informazioni più importanti per decifrare i vari titoli [di giornale].
Ogni episodio ha per titolo una domanda cui si cerca di dare una risposta; a gestire il podcast è un gruppo di giovani giornalisti, alcuni dei quali (sono vari e si alternano alla conduzione) hanno origini ucraine e/o russe e familiari in uno dei paesi o entrambi.
La rivista “Der Spiegel” aveva già, da marzo 2020, un podcast dedicato alla politica estera, Acht Milliarden (Otto miliardi), che da fine febbraio è dedicato quasi totalmente al conflitto in Ucraina (sull’immagine di copertina campeggia la scritta Putins Krieg – la guerra di Putin).
Il podcast settimanale di argomento politico del settimanale “Die Zeit”, das Politikteil, continua invece a occuparsi di vari temi, dedicando occasionalmente un episodio all’Ucraina. Il più recente è quello del 17 giugno 2022. Ha avuto come ospite l’ambasciatore ucraino in Germania, Andrij Melnyk (che a maggio ha famosamente dato del “beleidigte Leberwurst” – tradotto letteralmente salsiccia offesa, vicino come senso all’italiano musone – al Cancelliere Olaf Scholz; anche di questo si parla nella puntata). Traduco qualche estratto dalla descrizione:
Fin dall’inizio dell’invasione russa, l’ambasciatore ucraino in Germania Andrij Melnyk è stato uno dei critici più severi della politica del governo federale nei riguardi dell’Ucraina. La Germania fornisce troppe poche armi e con troppa esitazione, si lamenta. Lui e i suoi connazionali, anche alla luce della grande forza economica della Germania, si sono sentiti abbandonati nella guerra contro Vladimir Putin. In [questo] nuovo episodio […], parliamo con Melnyk della situazione nel Donbass, delle sue critiche al ruolo della Germania e del suo stato emotivo dopo più di cento giorni di guerra. “Piango quasi tutti giorni, la sera, quando sono a casa e vedo in che situazione si trova la mia patria.” […]
Per concludere, un altro podcast il cui tema non è specificamente la guerra in Ucraina, ma che il 28 aprile scorso ha dedicato una puntata molto interessante alla questione: FREIHEIT DELUXE (Hessischer Rundfunk), in cui la conduttrice e scrittrice Jagoda Marinić ogni due settimane discute con uno o più ospiti del concetto di libertà. L’episodio cui faccio riferimento s’intitola Ukraine Spezial – Warum es um unsere Freiheit geht (Speciale Ucraina – Perché c’è in gioco la nostra libertà) e ha ospitato due scrittori e uno storico. Così la descrizione:
Sta arrivando la primavera. E c’è la guerra. Il contrasto è quasi insopportabile, dice la scrittrice Katja Petrowskaja. Vive tra Berlino e Tblisi e osserva da lontano l’incredibile violenza, i bambini uccisi e le fosse comuni nella sua patria, l’Ucraina. Juri Andruchowytch si trova nel mezzo del conflitto, e tuttavia non perde il senso dell’umorismo. Il messaggio dei due scrittori in ogni caso è chiaro: se non aiutate l’Ucraina a vincere questa guerra, un domani la guerra arriverà da voi! E cosa ne pensa lo storico? Timothy Snyder analizza il desiderio tedesco di innocenza storica, che porta il paese a commettere gravi errori – in un tortuoso tentativo di coniugare il fare i conti con il passato e il business del gas. Si tratta di tre prospettive diverse sulla guerra della Russia contro l’Ucraina, che Jagoda Marinić scandaglia in questa puntata di FREIHEIT DELUXE. Alla fine, resta questa consapevolezza: le azioni russe contro il paese suo vicino sono profondamente fasciste. Fermarle non può essere compito solo della popolazione ucraina.
Petrowskaja e Andruchowytch dialogano con Jagoda Marinić in tedesco, mentre la conversazione con Snyder si svolge in inglese. Il programma, attento ai propri pubblici, mette a disposizione degli ascoltatori una trascrizione dell’episodio che possono consultare qui.