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Paolo Morawski
3 mesi fa
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Ucraini, russi, bielorussi

Non dimentichiamo nessuno

di Paolo Morawski

Fine della pace – è il titolo dell’ultimo numero della rivista “Limes”
Fine della pace in Europa?  – è una frase che non avrei mai voluto sentire.
La guerra incombe, lentamente ci avvolge, difficile parlare di pace – ah sapere come fare.

Anche i musicisti si schierano. Ha fatto il giro del mondo la notizia che i Pink Floyd sono tornati insieme per incidere «Hey Hey Rise Up» una canzone distribuita su tutte le piattaforme di streaming musicale. Il brano è ispirato a «Oh, The Red Viburnum In The Meadow» (Oh, il viburno rosso nel prato), storico brano folk ucraino di protesta scritto durante la Prima guerra mondiale, riattualizzato con l’invasione russa dell’Ucraina. Ad accompagnare con la sua voce i Pink Floyd c’è Andriy Khlyvnyuk, voce dei Boombox, una delle più seguite band ucraine. La voce di Andry Khlyvnyuk è estrapolata da un video che lo vede cantare in segno di protesta contro la guerra a Sofiyskaya Square a Kiev.

Ascolta qui «Hey Hey Rise Up» dei Pink Floyd

In questo momento gli ucraini hanno giustamente ogni precedenza, sono in primo piano nella nostra attenzione. Ma non dimentichiamo la società bielorussa e la società russa. Non dimentichiamo le persone (comunque tante) che non si piegano né in Bielorussia alla repressione di Aljaksandr Lukašėnka né in Russia alla logica di guerra e alle repressioni di Vladimir Putin. Non dimentichiamo che i tre paesi sono intersecati da una fitta trama di parentele e matrimoni misti, di migrazioni e deportazioni, oltre che di esperienze storiche comuni. E ciò senza nulla togliere alle effettive differenze e legittime diverse aspirazioni. 

Il giorno stesso – speriamo prima di subito – che le armi saranno deposte, ucraini, russi, bielorussi dovranno tornare a parlarsi e a convivere. In modo appropriato, occorre sin d’ora aiutare e sostenere tutti: russi, bielorussi, ucraini.

TAG: Guerra | Musica | Russia | Ucraina Bielorussia

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