Attualità del peacebuilding culturale
di Marina Bedzki
La Conferenza Internazionale dei Ministri della Cultura, tenutasi nell’ambito di Expo 2015, si era conclusa con l’approvazione della Dichiarazione di Milano, un documento congiunto con cui gli 83 Paesi partecipanti condannavano “la violenza contro il patrimonio culturale mondiale” ed esortavano “la comunità internazionale ad adoperarsi per la salvaguardia ed il recupero dei beni culturali”. Fu in quella occasione che nacque probabilmente l’idea dei «caschi blu della cultura», da sottoporre all’Assemblea generale delle Nazioni Unite con l’obiettivo di includere la questione culturale nelle missioni Onu di mantenimento della pace. Da allora l’Italia si è attivamente proposta (insieme alla Spagna) per guidare azioni internazionali volte a tutelare il patrimonio culturale in contesti di crisi, anche in sinergia con le istituzioni sovranazionali (Unesco). Nel 2016 mentre l’Italia era impegnata con altri paesi a favore della cultura in Iraq, la Corte Penale Internazionale produsse la prima condanna per distruzione di siti culturali come crimine di guerra (in Mali). Nel 2017 l’Italia (con la Francia) presentò al Consiglio di Sicurezza dell’Onu una risoluzione per istituzionalizzare le attività finalizzate alla tutela dei beni culturali nell’ambito delle missioni di pace. Nel 2018 l’importanza della tutela e conservazione del patrimonio culturale venne riconosciuta dall’Osce durante la presidenza italiana. Nel marzo 2022 l’Italia ha istituzionalizzato la Task Force dei “Caschi Blu della Cultura”, unità operativa promossa dal Governo italiano e “concepita per intervenire in aree colpite da emergenze, quali calamità o crisi prodotte dall’uomo, in una cornice di sicurezza, al fine di salvaguardare i siti archeologici, i luoghi della cultura ed i beni culturali; contrastare il traffico internazionale di beni culturali illecitamente sottratti; supportare l’Autorità dei Paesi esteri richiedenti, nella predisposizione di misure atte a limitare i rischi che situazioni di crisi o emergenziali potrebbero arrecare al patrimonio culturale di quella Nazione”.
Immagini dal Briefing del Parlamento europeo, Russia’s cultural war against Ukraine, September 2022.
Oggi in Europa – ma non solo (anche negli USA – l’attenzione, giustamente, si concentra sulle distruzioni e la ricostruzione del patrimonio culturale ucraino. Vedi la call della commissione europea. Vedi anche vedi la mappatura del 20 aprile 2023 Damaged cultural sites in Ukraine verified by Unesco.
I crimini culturali non sono tema semplice da definire dal punto di vista del diritto internazionale. Stiamo assistendo alla “distruzione intenzionale” del patrimonio culturale ucraino? Tema sensibile sembrerebbe più per i media polacchi o francesi che per quelli italiani. Al riguardo si propongono di seguito alcuni significativi materiali video.
Il film Wymazać naród (Cancellare la nazione, Effacer la nation) diretto da Tomasz Grzywaczewski è un documentario polacco che mostra – recita la presentazione – “la distruzione del patrimonio culturale dell’Ucraina da parte delle truppe della Federazione Russa dal 24 febbraio 2022. La produzione mostra la distruzione deliberata dei monumenti ucraini da Leopoli, Černihiv, Ivankiv, Kyïv, Charkiv a Izjum e Bohorodychne nell’Ucraina orientale. Crimini commessi contro il patrimonio culturale secolare e sacro, dai monumenti archeologici alle biblioteche e alle scuole moderne. Le dichiarazioni dei rappresentanti culturali ucraini dipingono il quadro di una lotta deliberata da parte di un invasore barbaro contro l’identità ucraina, una lotta per la quale gli eroi ucraini danno la vita. Il film presenta anche i mezzi utilizzati per proteggere gli oggetti distrutti e per cercare di proteggerli, nonché l’entità dell’assistenza che è e sarà necessaria per proteggere e ripristinare il patrimonio culturale in Ucraina. Il film illustra come il NID-Narodowy Instytut Dziedzictwa (Istituto Nazionale del Patrimonio) polacco sia impegnato nella protezione del patrimonio culturale ucraino fin dall’inizio dell’aggressione russa. In seguito alla decisione del Ministero della Cultura e del Patrimonio nazionale polacco, il Centro per l’assistenza alla cultura in Ucraina, che è il principale coordinatore dell’assistenza governativa al settore culturale, opera all’interno della struttura del NID. Il Centro si occupa del coordinamento delle iniziative (nazionali ed estere) volte a salvare le risorse culturali dell’Ucraina, conduce attività informative ed educative sul patrimonio culturale ucraino, in particolare sulle minacce e le perdite causate dalla guerra. Questo film è stato commissionato dall’Istituto nazionale del Patrimonio nell’ambito delle attività del Centro per l’assistenza alla cultura in Ucraina. È stato finanziato con fondi del Ministero della Cultura e del Patrimonio nazionale”.
Tomasz Grzywaczewski è un giornalista polacco, reporter di guerra, autore di libri, sceneggiature cinematografiche e pubblicazioni scientifiche sulle relazioni internazionali. Ha raccontato i conflitti armati nel Donbass, nel Kurdistan turco, nel Nagorno-Karabakh e ora in Ucraina.
Guarda il suo video (in inglese con sottotitoli in francese, durata 28’30) riproposto nel febbraio 2023 dall’Institut Polonais de Paris.
Il video di Sandrine Gomes messo in onda da France 24 il 22 febbraio 2023 s’interroga su come ricostruire il patrimonio culturale ucraino dopo un anno di guerra e di distruzioni massicce. Secondo Martin Duplantier, Presidente dell’associazione AMO (Architecture et Maîtres d’ouvrage), architetto e urbanista attivo in Francia e in Ucraina, “ci troviamo in una sorta di doppio arco temporale che dobbiamo articolare: siamo nell’emergenza, ma anche dentro a una visione a lungo termine”.
Guarda il video (in francese, durata 10’).
Ascolta anche Martin Duplantier: en Ukraine, “il y a une volonté de déraciner les populations de leurs villes”, France Inter, 4 gennaio 2023 (durata 8’17).
Otto siti in Ucraina sono elencati dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Dall’inizio dell’invasione russa, un anno fa, le istituzioni, tra cui il museo Maidan, stanno lottando per proteggere questo patrimonio particolarmente ricco. In proposito RFI-Radio France Internationale ha proposto il 23 febbraio 2023 il video Protéger le patrimoine en Ukraine: une bataille à part entière (in francese e inglese, durata 3’36).
Sull’uso che si vorrebbe diffondere delle tecnologie digitali al servizio della documentazione e salvaguardia del patrimonio culturale ucraino si veda ad esempio il video Backup Ukraine (partnership between Vice Media Group’s Virtue, the Blue Shield Denmark and the Danish Unesco National Commission) incentrato sulla possibilità di costituire archivi digitali in 3D (in inglese, durata 1’45). Vedi anche #SAVE UKRAINIAN HERITAGE. Vedi pure le iniziative patrocinate dal World Economic Forum qui. Ma guarda anche qui.