Poesie e prose di protagonisti della letteratura russa di oggi
Un libro che raccoglie poesie e prose di molti tra i massimi protagonisti della letteratura russa di oggi (in parte coperti dall’anonimato o da pseudonimi) che nell’arco dei primi due mesi di guerra si sono espressi con la massima fermezza e durezza contro la tragica follia putiniana.
*** / *****. Voci russe contro la guerra, traduzioni dal russo di Mario Caramitti (Università di Roma “Tor Vergata”) e Massimo Maurizio (Università di Torino), Collane@unito.it, Torino, serie petuШki 2022
Dalla presentazione dell’Editore:
“Questo volume vuole offrire una selezione, come sempre nel caso di crestomazie, soggettiva, di quelle voci che rappresentano dall’interno, perché nel Paese o fuggitene dopo l’aggressione russa all’Ucraina, un grido forte e perentorio contro ciò che sta avvenendo, in linea con quella vena protestataria che, nei primi giorni del conflitto, si è alzata forte e coraggiosa. Ad oggi per la critica alla guerra in Russia si rischiano pene fino a 15 anni e la repressione è diventata totale, impietosa e cieca, al punto da arrestare bambini o manifestanti con cartelli completamente bianchi o recanti, da qui il titolo di quest’antologia, gli asterischi *** / *****, riconducibili allo slogan Net vojne (No alla guerra). Queste pagine testimoniano del fatto che essa che non tace nemmeno oggi, a dimostrare il fatto che la supposta omologazione della cultura russa odierna (come quella di ieri) è una mistificazione.
Dalla Prefazione di Mario Caramitti e di Massimo Maurizio:
“Risuona spesso l’idea che dall’inizio dell’operazione militare russa in Ucraina le modalità espressive in uso fino a quel momento abbiano perso d’attualità e che la cultura russa si trovi di fronte alla necessità di una nuova consapevolezza, che deve coincidere con la definizione di nuove modalità di riflessione di e su se stessa. In realtà, a ben guardare, una parte consistente e indicativa della poesia russa degli ultimissimi anni si era già mossa in una direzione nuova rispetto al periodo precedente, introducendo modalità scrittorie inedite per la cultura russa; si veda, per esempio, il grande interesse per il filone documentale, per le tematiche di genere o per la “decolonizzazione”, il rifiuto di una visione imperiale della cultura, spesso identificata come misogina, patriarcale, ecc… Se da un lato l’aggressione russa ha interrotto le dinamiche “naturali” di questo lento sviluppo, dall’altro ha posto gli scrittori di fronte alla necessità, certo, dopo un iniziale periodo di smarrimento generalizzato, di restituire la propria visione di fatti destinati a condurre a una revisione totale della cultura russa come tale e del sé autoriale al suo interno; questo è vero quantomeno per quella parte di popolazione russa che avverte l’invasione dell’Ucraina come un fatto personale, doloroso, ingiusto e arbitrario”.
“Questo rilievo, apparentemente secondario, è importante per comprendere la cultura russa attuale (nel senso di odierna, nella sua accezione più stringente), spesso rigettata in quanto tale e tacciata in maniera più o meno implicita di essere espressione di quelle aspirazioni imperiali che, appunto, hanno improvvisamente reso la Russia un Paese altro, estraneo. Per chi di Russia si occupa è però evidente quanto l’avverbio “improvvisamente” nella frase precedente sia solo esplicativo: uno spostamento in senso quanto meno autocratico della politica russa non è certo affare di questi ultimi mesi e nemmeno degli ultimi anni. Per chi di Russia si occupa è altrettanto evidente lo scollamento del potere dalla società, nonché la pericolosa semplificazione che contiene in sé l’espressione totalizzante «cultura russa», in quanto questa generalizzazione è (ed è stata praticamente in ogni fase della storia del Paese) profondamente sbagliata”
“Nel loro complesso i testi raccolti costituiscono un moderno lamento per la rovina della terra russa, oggi minacciata come forse mai prima nella sua essenza identitaria e nella coesione geopolitica stessa. Molti i temi condivisi: un senso di colpa tragico, la drammatica consapevolezza dell’impotenza della pur necessaria opposizione individuale, l’abbrutimento della coscienza collettiva e la sua schiavitù mediatica, lo sfregio fratricida che accentua l’orrore, la sinistra ipocrisia della chiesa ortodossa (in particolare nel testo di Nemirovskaja, inserito, per questa sua specificità, anche se l’autrice è l’unica a vivere in emigrazione da anni).
“Noi, curatori, vogliamo ringraziare innanzitutto gli autori, grazie ai quali questa pubblicazione è stata possibile, per averci concesso le loro opere e l’aiuto spesso offerto nella traduzione. Un grazie sentito alla redazione di ROAR (Russian Oppositional Arts Review, Vestnik oppozicionnoj russkojazyčnoj kul’tury), che ha fornito una parte dei materiali, nonché a tutti coloro che in una maniera o in un’altra hanno sostenuto quest’idea, che ha permesso di reagire alla sensazione di apatia e mancanza di senso drammaticamente innescata, non soltanto nel nostro lavoro, dall’inizio della guerra in Ucraina”.
СОЖЕРЖАНИЕ / INDICE
introduzione
олег лекманов / oleg lekmanov [mm]
мария степанова / marija stepanova [mc]
вера павлова / vera pavlova [mc]
анна гринка / anna grinka [mm]
ольга зондберг / ol’ga zondberg [mm]
андрей родионов / andrej rodionov [mm]
наталья ключарёва / natal’ja ključarёva [mm]
роман осьминкин / roman os’minkin [mc]
евгений лесин / evgenij lesin [mm]
аноним / anonimo [mm]
евгения вежлян / evgenija vežljan [mc]
ростислав ярцев / rostislav jarcev [mc]
люба макаревская / ljuba makarevskaja [mm]
ася энгеле / asja engele [mm]
else [mc]
аноним / anonimo [mc]
юлия немировская / julija nemirovskaja [mc]
e3 [mm]
empower poveri [mm]
иван платонов / ivan platonov [mm]
анст янсен / anst yansen [mm]
аноним / anonimo [mm]
аноним / anonimo [mm]
евгения вежлян / evgenija vežljan [mc]
лев рубинштейн / lev rubinštejn [mc]
What? Immagine di Anya Lichtikman
Sulla collana petuШki dell’Università di Torino leggi
Sull’iniziativa “Voci contro la guerra” dell’Università per Stranieri di Siena, voci che dalla Russia, dall’Ucraina e da altre parti del mondo si ribellano alla guerra e al nazionalismo, vedi.
Su “Roar” rivista-collettivo realizzata grazie al volontariato di intellettuali e artisti ma anche musicisti, artisti, grafici ucraini e russi dissidenti per la pace, acronimo di Russian Oppositional Arts Review e onomatopea di «un potente ruggito che molte persone potranno sentire e trovare solidale», leggi e vedi. Sulla curatrice di “Roar” Linor Goralik vedi.