A un anno dalla petizione per la ristampa del libro di Oxana Pachlovska
di Serena Buti
Circa un anno fa è circolata in rete una “Petizione per la ristampa del volume Civiltà letteraria ucraina di Oxana Pachlovska”. Tramite un form di Google furono raccolte in poche ore più di 340 firme di docenti universitari e studenti, ma anche di persone esterne all’università. L’iniziativa non ha avuto però seguito.
L’idea della petizione era partita dalla docente e traduttrice Yuliya Corrao Murdasova ed era stata raccolta da Anna Cavazzoni, dottoranda in Studi Germanici e Slavi alla Sapienza, e da Serena Buti. Lo scopo della petizione era porre all’attenzione la necessità di ristampare il testo Civiltà letteraria ucraina (Carocci, 1998) della professoressa Oxana Pachlovska, docente di lingua, cultura e letteratura ucraina presso l’Università Sapienza di Roma.
Il libro curato da Oxana Pachlovska, un imponente testo di oltre mille pagine, è al momento l’unica storia della letteratura ucraina disponibile in italiano. Non si tratta di un testo importante solo per chi si interessa di letteratura ucraina. Come suggerisce il titolo, in queste pagine si tratta di una civiltà letteraria più che di un gruppo di autori selezionati dalle varie epoche. Le parti strettamente legate alla produzione letteraria e alle opere si intrecciano con approfondimenti riguardanti il contesto storico e sociale, fino a creare un indice vario e in grado di stimolare diverse riflessioni – non solo dal punto di vista della storia letteraria.
Dalla scheda dell’Editore: “Questo libro intende offrire una nuova lettura della storia della civiltà ucraina in tutte le sue componenti – da quella storico-politica a quella più squisitamente filosofico-letteraria – riesaminando schemi consolidati, rivedendo storture interpretative e proponendo approcci nuovi, resi possibili da documenti e fonti, molti dei quali solo ora reperibili. L’Ucraina viene così presentata come “breccia” del monolite ortodosso, mediatrice tra mondo occidentale e universo slavo di matrice bizantina”.
Nelle parole dell’autrice: “Cercando di coprire almeno in minima parte una grave lacuna informativa che riguarda l’Europa tutta, spero di proporre spunti di riflessione sull’identità nazionale, sul binomio Stato-cultura e individuo-Stato, sul rapporto tra lingua e civiltà, tra letteratura e storia, all’insegna di una indispensabile libertà di ricerca.” (p. 31)
Le caratteristiche di fondo del contenuto di questo testo sono riassunte da Oxana Pachlovska in un elenco costruito sui seguenti punti (Introduzione, pp. 25-34):
1) La letteratura ucraina è presentata come un continuum, affrontando il problema delle sue origini e mettendo in evidenza alcune “zone d’ombra” della slavistica occidentale;
2) Contestualizzando il dato letterario nel quadro più vasto delle problematiche storico-politico-religiose è rivalutato il ruolo di mediazione che l’Ucraina ha sempre ricoperto tra mondo occidentale e universo slavo di matrice bizantina;
3) Anziché soffermarsi sulle discrasie dei cicli culturali ucraini rispetto al quadro generale europeo, si cerca di riflettere sui processi interni e sul particolare sincretismo della cultura ucraina;
4) Emerge la principale difficoltà incontrata dalla cultura ucraina nel suo secolare sforzo di affermare la propria identità, una difficoltà dovuta alla frammentarietà statuale che ha caratterizzato il “mosaico ucraino” nel corso dei secoli;
5) Sono valorizzati i contributi della ricerca accademica ucraina, quasi del tutto sconosciuti in Occidente;
6) Si palesa una visione tripartita dell’ucrainistica: ucrainistica vera e propria, russistica-ucrainistica e polonistica-ucrainistica;
7) Si esplicitano alcuni criteri seguiti nell’immaginare la struttura del libro: ordine cronologico, brevi capitoli introduttivi di carattere storico, puntualizzazione degli snodi cruciali; conclude questo elenco 8) un’ulteriore precisazione sull’architettura del volume.
L’obiettivo dell’autrice era quello di far emergere “un’Atlantide sommersa” e di offrire “un compendio di fatti e problematiche mai esaminati nel loro insieme, eppure necessari per illuminare una realtà tanto complessa” (p. 25). Questo libro in effetti presenta un lavoro di sintesi che probabilmente solo ora possiamo apprezzare davvero, dato che ci troviamo di fronte alla necessità di studiare e comprendere maggiormente un problema, una guerra che a molti sembrerà essere scaturita all’improvviso dal nulla, una tragedia proveniente da un luogo sconosciuto con una storia altrettanto sconosciuta che pone nuove sfide agli “occidentali”. La volontà dimostrata dagli editori italiani di avvicinare il loro pubblico alle opere ucraine è senz’altro lodevole, ma per far sì che non si tratti solo di operazioni commerciali legate a un’ondata di interesse – e perciò destinate a una fine certa – è importante lavorare per costruire una vera consapevolezza, un reale avvicinamento a una cultura che per troppo tempo abbiamo ignorato e che invece ora bussa ogni giorno alla nostra porta.
Per contribuire alla nascita di un solido ponte tra cultura italiana e ucraina, oltre al fondamentale lavoro dei traduttori (competenti) di cui in parte ci siamo già occupati, è importante considerare anche le pubblicazioni destinate nello specifico al pubblico italiano e le pubblicazioni in grado di rispondere a domande più o meno profonde (s’intende: da un grado più generico a un grado più specifico). Il fatto che esistano ucrainisti e slavisti che si dividono tra corsi di lingua russa, polacca e ucraina non può costituire l’unica risposta a chi vuole studiare la lingua, la letteratura e la cultura ucraina all’università. Servono anche testi con una visione ampia come quella offerta da Civiltà letteraria ucraina per incoraggiare e ampliare lo studio e la conoscenza di quest’area orientale dell’Europa così importante per il nostro presente. Il libro potrebbe essere utilmente ristampato in una forma nuova, aggiornata e ampliata. Da parte nostra auspichiamo che ciò possa avvenire in un futuro non troppo lontano, così da poter contare sulla reperibilità di un testo importante per l’oggi e ancor di più per il domani.
Illustrazione di Giulia Colombo (instagram @giuliablackcat)
Il testo della petizione:
“Chiediamo alla casa editrice Carocci editore di ristampare il libro Civiltà letteraria ucraina di Oxana Pachlovska. Crediamo infatti che oggi più che mai la letteratura possa guidarci verso uno sguardo più consapevole sul passato e a una maggiore conoscenza delle culture, anche quelle che fino a ieri venivano considerate “minori”. La storia Ucraina è sempre stata intrecciata ai destini europei, per secoli è stata il Limes Europae. Vorremmo però che l’Ucraina e la sua cultura si emancipassero da questa posizione periferica all’interno dei nostri studi e della nostra concezione dell’Europa. La letteratura e la lingua ucraina sono simbolo di un popolo che da sempre combatte e resiste per la sua stessa esistenza. Chiediamo quindi di restituire un volto a questo paese e che non sia solo quello che ci è dato dai media in questi giorni, ma quello che è il frutto della straordinaria esperienza culturale di un paese che parla molte lingue, che da sempre è stato abitato da diversi popoli, dove si sono intrecciate religioni e visioni del mondo: una sintesi paneuropea. Per questi motivi riteniamo necessaria la ristampa di un testo fondamentale per lo studio della civiltà letteraria ucraina.” Per firmare: