In margine alla presentazione del romanzo di Inga Gaile
di Paolo Morawski
Immagine di copertina: Agnese Kurzemniece, Mirroring (2023), dettaglio rovesciato, fonte.
Alcuni appunti presi alla presentazione del romanzo di Inga Gaile Frammenti di vetro edito da Mar dei Sargassi Edizioni, sul quale si può leggere di Margherita Carbonaro Brevi note per orientarsi nel romanzo Stikli.
La poeta e scrittrice Inga Gaile non si è mai posta la domanda se la Lettonia sia a est o a nord o al centro dell’Europa. Propende istintivamente per il centro. Ma dopo riflessione osserva che, in definitiva, ognuno si considera al centro della propria vita.
Lauris Milbrets, Marta, olio su tela, dettaglio, fonte.
Il romanzo di Inga Gaile è ambientato nella Lettonia tra le due guerre mondiali, in particolare nel periodo di potere incontrastato del primo ministro Kārlis Ulmanis, che nel 1934 attuò un colpo di Stato. La Seconda guerra mondiale per la Lettonia significò dal 1940 annessione, quindi occupazione sovietica (in virtù dell’accordo di spartizione dell’area tra Baltico e Mar Nero tra III Reich e URSS col Patto Molotov-Ribbentrop); infine, deportazione degli “elementi anti-sovietici” lettoni nei Gulag sovietici. A partire dal giugno 1941 la Germania nazista ruppe l’alleanza con l’URSS durata quasi due anni e la prima invase la seconda. L’occupazione tedesca della Lettonia – che vide prima diversi collaborazionisti lettoni partecipare alle efferatezze naziste e poi volontari lettoni combattere al fianco della Germania contro l’Armata Rossa – durò fino al 1945. Ma già nel 1944 sulla scia della controffensiva sovietica cominciò la ri-occupazione, quindi il ri-assoggettamento della Lettonia da parte dell’URSS. Seguirono altre ondate di deportazione di lettoni in Siberia. E anche un ingente flusso di emigrazione dei lettoni all’estero. A sua volta la Lettonia attirò molti lavoratori russi col tempo cambiando gli equilibri demografici. La maggioranza lettone rappresenta oggi il 60% circa della popolazione, mentre la minoranza più consistente è appunto quella russa.
La Repubblica Socialista Sovietica Lettone, al culmine dei risvegli nazionali che caratterizzarono l’Unione Sovietica di Michail Gorbačëv, cessò di esistere tra maggio 1990 e settembre 1991. La (nuova) Repubblica di Lettonia proclamò la propria indipendenza in concomitanza con la dissoluzione dell’URSS (dicembre 1991).
Con la fine del dominio sovietico, l’indipendenza e il ritorno alla libertà il periodo tra le due guerre venne considerato anche dai lettoni come un’età dell’oro. Inga Gaile non ha mail aderito a una visione idilliaca del passato del proprio paese. Scrivendo il suo romanzo si è però resa conto che è sbagliato pensare al ventennio tra le due deflagrazioni mondiali in maniera dicotomica, in bianco e nero, la realtà essendo invero assai sfumata e molto complessa. Per citare un solo esempio, anche in Lettonia vi fu una Resistenza che lottava contro sia i nazisti sia i sovietici, e una Resistenza pro-Mosca.
Elizaveta Povysheva (Aaltiorem), Moscow-Riga (BUS2), (2022), dettaglio, fonte.
Il mondo è un organismo, ogni lingua che scompare è una possibilità in meno di definire e comunicare talune emozioni, taluni concetti. Alcuni pensieri trovano espressione solo nelle parole di determinate lingue, parole non sempre traducibili.
Viktor Sheleg, The coquette (2023), pittura, acrilico / lacca / olio / collages su tela, dettaglio, fonte.