Libri, ricerche, registrazioni, video, ascolti
Immagine di copertina: sui muri di via Raszyńska a Varsavia la Fondazione Klamra ha creato una galleria di street art Rom che comprende un murale raffigurante il violinista Stefan Dymiter.
Paolo Prato – co-autore con David Horn della Bloomsbury Encyclopedia of Popular Music of the World, Volume 11, Genres Europe, Bloomsbury 2017 – segnala, e lo ringrazio, i lavori della sua collega polacca, Anna G. Piotrowska, autrice delle voci “polacche” della Bloomsbury Encyclopedia e autrice in particolare del libro Music, City and the Roma under Communism, Bloomsbury 2022.
Anna G. Piotrowska dal 2019 è, tra l’altro, una dei quattro ricercatori principali del progetto BESTROM (Beyond Stereotypes: Cultural Exchanges and the Romani Contribution to European Spaces).
Dalla scheda di presentazione dell’Editore (traduzione mia): “Questo libro mette in evidenza il ruolo della presenza musicale romaní nell’Europa centrale e orientale, soprattutto a partire da Cracovia nel periodo comunista, e sostiene che la musica può e deve essere trattata come uno dei principali punti di relazione tra rom e non rom. Il libro analizza gli interpreti rom e la complessità della loro situazione, condizionata dalle situazioni politiche fortemente influenzate dal regime comunista e poi dalla sua caduta. Su questo sfondo, il libro si sofferma sul musicista Stefan Dymiter (noto come Cororo) come leader della sua band di strada: sgradito nello spazio pubblico dalle autorità, semplicemente tollerato da altri, ma ammirato da molti passanti e rispettato da musicisti rom e star della musica internazionale. Il libro sottolinea il ruolo dei musicisti romaní a Cracovia nel plasmare il paesaggio sonoro della città, dimostrando al contempo le loro strategie collettive e individuali per adattarsi alle nuove circostanze in termini di tecniche performative preferite, repertorio e stile di vita complessivo”.
Nel commento di David Horn (traduzione mia): “Si tratta di un contributo estremamente significativo al campo della ricerca sulla musica romaní. La sua focalizzazione microstorica su un luogo urbano europeo in un momento particolare – Cracovia durante il regime comunista – permette all’autrice di rivelare non solo quanto complessa (anzi, quanto polifonica) ma anche quanto culturalmente strategica fosse l’attività quotidiana dei musicisti romaní in questo contesto”. Così Karol Berger che sottolinea la contrapposizione tra “le attività dell’ensemble folcloristico sponsorizzato dallo Stato a quelle delle proliferanti bande di strada non ufficiali, ognuna delle quali elaborava la propria strategia di sopravvivenza e si ritagliava uno spazio indipendente in circostanze politicamente coercitive”. Max Peter Baumann osserva da parte sua che lo studio di Anna G. Piotrowska “riesce a collocare la storia dei musicisti romaní di Cracovia in un contesto storico più ampio, mettendo in relazione gli sviluppi della musica rom dell’Europa centrale e orientale di città come Vienna, Budapest e Bucarest. L’attenzione è rivolta soprattutto ai musicisti rom del gruppo dei Lovari e dei Carpazi presenti a Cracovia, la capitale culturale della Polonia. L’analisi approfondita delle varie voci è sottolineata da riflessioni teoriche sulle minoranze nell’ambiente urbano del regime comunista dal dopoguerra fino alla caduta del muro di Berlino nel 1989”. Per Paolo Prato è “una pietra miliare in un campo interdisciplinare, in cui convergono etnomusicologia, studi sulla musica popolare, storia orale e antropologia urbana. Il libro di Piotrowska ci guida in un’indagine sulle idee di musica “pura” e “impura” in Europa, dove quest’ultima viene rivalutata alla luce della lunga lotta per la visibilità, il riconoscimento e il rispetto dei rom”.
Vedi anche la recensione di Katherine Leung, Moving to the Beat: reviewing Music, City and the Roma Under Communism by Anna G. Piotrowska, “Lossi 36”, July 27, 2022.
Stefan Dymiter, pseudonimo Cororo o Kororo (nato il 5 maggio 1938 a Płonna, morto il 26 ottobre 2002 a Cracovia), virtuoso violinista gitano, autodidatta. Da bambino, Dymiter perse la vista per una malattia e gli fu amputata la gamba. Aveva anche una mano incapace, e ciò lo costringeva a tenere il violino con la mano destra per il collo mentre suonava e ad appoggiarlo sullo stomaco. Considerato uno dei più famosi musicisti di strada polacchi. E’ presente in alcuni video qui e qui e qui e qui. Per una galleria di sue foto vedi.
La radio pubblica polacca (Polskie Radio Jedynka) ha dedicato nel 2022 a Stefan Dymiter un approfondito e rispettoso reportage a cura di Anna Łoś (durata 27’) basato sulle testimonianze degli studiosi Anna Piotrowska, Monika Szewczyk, Sławomir Kapralski, Michał Misztal e Paweł Lechowski. Il programma ha utilizzato filmati di repertorio di Kororo e dei suoi musicisti degli anni Novanta. Dalla scheda di presentazione: “«Magnetico in modo quasi folle», per molti è diventato un segno, un simbolo di Cracovia e della sua più famosa via Floriańska. Ha suonato su un palco improvvisato, direttamente sul marciapiede, accanto a un bidone della spazzatura. Su una sedia a rotelle con il suo violino quasi innato nel suo fragile corpo. È stato attivo negli anni ’80 e ’90 e poi è scomparso. Oggi Kororo suscita un crescente interesse da parte di etnografi, biografi e del grande pubblico. È circondato da leggende metropolitane”.
Ascolta il reportage in polacco.
Anche l’artista Arkadiusz Andrejkow ha dedicato a Stefan Dymiter un murale a Płonna nella regione a sud-est della Polonia (Beskid Niski).
In italiano si potrà curiosare tra l’altro con:
- La popolazione Romaní e la musica di Santino Spinelli e Paco Suarez;
- Musica zingara, a cura di Erasmo Treglia;
- Sinti e Rom, musica per la Memoria di Lucilla Efrati;
- La musica rom: un viaggio tra storia e melodia di Susanna Cantelmo;
- Il contributo dei rom alla cultura dell’Associazione Marco Mascagna.