Libro in edicola per cercare di capire
Il «Corriere della Sera» pubblica in edicola Ucraina, assedio alla democrazia, un volume a più voci, curato dall’associazione Memorial Italia con il coordinamento dello storico Marcello Flores, sulle ragioni recenti e radici storiche della guerra della Russia in Ucraina. A due mesi dallo scoppio del conflitto più grave in Europa dalla fine della Seconda guerra mondiale ragionare sui suoi motivi vicini e remoti non è affatto semplice, in tutta umiltà. E, in effetti, i dibattiti in corso risultano per molti versi frustranti e fuorvianti: in gran parte a causa degli automatismi dei nostri schemi mentali e dei tanti pregiudizi anche ideologici che ci caratterizzano, oltre che dalla nostra lontananza (fisica e mentale) dallo scenario di guerra e dalla mancanza di una reale e approfondita conoscenza della società russa e della società ucraina.
Come scrive l’Editore, scopo del libro è aiutare a comprendere: “fornire ai lettori un panorama completo delle varie questioni riguardanti il conflitto scatenato dal presidente russo Vladimir Putin. Il volume si apre con un contributo di Marcello Flores e Niccolò Pianciola che passa in rassegna le distorsioni che circolano in Italia sulla natura e le origini della guerra, spesso mutuate più o meno direttamente dalla propaganda del Cremlino. Segue una sintesi di Simone Attilio Bellezza sulle vicende complesse che hanno segnato lo sviluppo della democrazia ucraina. L’intervento successivo di Marco Buttino si sofferma sul crollo dell’Unione Sovietica e sul disegno neoimperiale di Putin. Riccardo Mario Cucciolla e Niccolò Pianciola analizzano la questione dell’allargamento a Est della Nato. Carolina de Stefano affronta il problema delle minoranze russe residenti nelle repubbliche ex sovietiche dopo la fine dell’Urss. Alexis Berelowitch s’interroga sui motivi del consenso di cui gode Putin nel suo Paese e Andrea Gullotta illustra le caratteristiche della politica della memoria perseguita dal regime di Mosca. Marcello Flores rievoca l’Holodomor, la carestia causata in Ucraina negli anni Trenta dalle scelte di Stalin. Gabriele Della Morte esamina la guerra in corso sotto il profilo del diritto internazionale. Francesca Gori riassume le vicende che in Russia hanno portato alla messa al bando di Memorial internazionale”.
Nella sintesi di Antonio Carioti: “Il primo nodo fondamentale della questione consiste nella scelta che l’Ucraina ha compiuto di percorrere una propria strada, faticosa e non priva di contraddizioni, verso la costruzione di un regime rappresentativo di stampo europeo. Un’opzione che si è scontrata — e qui veniamo al secondo punto cruciale — con la volontà pervicace di ricostruire lo spazio d’influenza sovietico-zarista che anima l’attuale leader del Cremlino. Le argomentazioni utilizzate da Putin per giustificare l’aggressione, denominata spudoratamente «operazione militare speciale», sono tutte speciose, benché alcuni in Italia le riprendano anche in buona fede, e il libro del «Corriere» s’incarica innanzitutto di smentirle (…) La crescente aggressività di Mosca si accompagna in parallelo all’irrigidimento del regime interno, che assume tratti sempre più dispotici (…) Alla radice del conflitto troviamo dunque la divaricazione sempre più netta tra il cammino dell’Ucraina e l’involuzione autoritaria della Russia. Una prima tappa fu la «rivoluzione arancione» di Kiev nel 2004, che però venne poi riassorbita per i dissidi tra coloro che ne erano stati protagonisti. Seguì la rivolta di Euromajdan, scoppiata nel 2013 e proseguita nel 2014 contro la decisione del presidente Viktor Janukovyc di non dare corso all’accordo di associazione dell’Ucraina con l’Unione Europea. Il successo delle manifestazioni di piazza (majdan in ucraino) causò allora una dura reazione del Cremlino, che intervenne per annettersi la Crimea e fomentò l’ulteriore secessione del Donbass, sfociata in un conflitto sanguinoso. Ma a Putin non bastava. E ora siamo arrivati alla resa dei conti”.
“Tutto ciò non significa che il disegno neoimperiale del Cremlino, per quanto brutale e inaccettabile, sia campato per aria. Esso scaturisce dai problemi reali di una transizione dolorosa dal regime totalitario sovietico, fondato sul sistematico occultamento della realtà, a una condizione che per alcuni anni è stata caotica e sconcertante, senza contare il fenomeno della presenza massiccia di abitanti russi nelle ex repubbliche dell’Urss. Non a caso, oggi in Russia la grande maggioranza degli abitanti appoggia la politica di Putin, che propone altresì una versione addomesticata della storia sovietica, in cui le responsabilità per gli orrori del Gulag vengono sfumate in nome di un’ambigua «pacificazione», mentre la figura di Iosif Stalin, in quanto condottiero nella «guerra patriottica» contro il Terzo Reich, viene sempre più esplicitamente rivalutata”.
Il libro è stato presentato e discusso all’Università degli studi di Cagliari di Cagliari il 22 aprile 2022, con Marcello Flores d’Arcais, Pierpaolo Ciccarelli, Gianluca Scroccu. Guarda/ascolta la registrazione (durata: 1 ora e 52 minuti) di Radio Radicale.
Vedi anche la scheda di Helena Savoldelli, Redazione Gariwo.