MicroMega in Polonia, Serbia, Turchia, Ucraina, Ungheria
La democrazia nemica di sé stessa è il titolo del volume 3/2023 della rivista MicroMega.
Dalla scheda di presentazione del volume: “Il progetto democratico, ossia quello di un autogoverno di cittadini eguali attraverso meccanismi che garantiscano a tutti una reale partecipazione alla costruzione della ‘volontà generale’ e che impediscano forme di prevaricazione della volontà privata di uno o pochi sugli altri, è per sua stessa definizione mai pienamente compiuto e sempre a rischio. Nella lunga linea continua cha va da una piena democrazia (impossibile nella realtà ma definibile asintoticamente) fino ai regimi totalitari, esistono molteplici combinazioni nelle quali tratti autoritari possono coesistere in proporzioni diverse in una cornice democratica. E proprio questi tratti autoritari – che, come fiumi carsici, scorrono magari per molti anni sottotraccia in regimi democratici – rappresentano il più grande pericolo per quello che è il progetto politico più ambizioso che l’umanità abbia mai messo in campo”.
“In questo numero di MicroMega, il terzo dall’inizio dell’anno, abbiamo chiesto a giornalisti, studiosi, esperti di area e politologi di aiutarci a capire in che modi, nelle diverse zone del mondo, la democrazia si sta dimostrando nemica di sé stessa, cioè permeabile a forme di autoritarismo quando non di totalitarismo, e in alcuni casi insensibile alle richieste di giustizia e protagonismo sociali che provengono dalla gente comune”.
“Dalla Turchia di Erdoğan di cui ci parla Kerem Öktem all’Ungheria di Orbán raccontata da Balázs Majtényi, dall’autoritarismo ‘soft’ serbo alla deriva teocratica e razzista in Israele illustrati da due reportage del giornalista Christian Elia, passando per il nazionalismo polacco analizzato da Daniele Stasi e giungendo all’Italia oggi governata da chi non si riconosce nella pregiudiziale antifascista, come spiega Pierfranco Pellizzetti, sono tanti, troppi, gli esempi di regimi più o meno democratici che hanno imboccato o stanno imboccando pericolose derive autoritarie. Ci sono però anche laboratori in piena attività che suscitano grandi speranze ma i cui esiti sono ancora incerti: in Iran, in Nigeria, in Ucraina. La fragile democrazia che l’Ucraina stava costruendo prima dell’invasione russa, di cui ci parla il giornalista Francesco Brusa, sarà capace di continuare il suo percorso dopo la guerra senza lasciarsi tentare dalle sirene nazionaliste e scioviniste?”.
Dal Sommario del numero 3/2023 di MicroMega
Kerem Öktem – Turchia in bilico. Fra catastrofe autoritaria e nuove speranze democratiche – La Turchia di oggi è un caso da manuale di regresso democratico e politica autoritaria. Erdoğan è un iper-presidente che incentra i poteri esecutivi interamente nelle sue mani. Eppure, proprio mentre sembra realizzato il suo sogno di controllo totale su Stato e società, è emerso un nuovo fronte: gli effetti della crisi economica, dell’incompetenza governativa nella gestione del terremoto e, soprattutto, l’assenza di un progetto per il futuro della Turchia stanno dando linfa a esperienze di opposizione che possono dare filo da torcere al regime e nuova speranza alla popolazione — Leggi anche Elezioni in Turchia, verso il ballottaggio del 28 maggio, Intervista ad Alessia Chiriatti di Roberto Rosano, 15 Maggio 2023
Christian Elia – Serbia, l’autoritarismo soft che funge da anestetico sociale – Il potere di Vučić, nazionalista fascista che si è saputo ripulire l’immagine nel presentarsi alle compiacenti istituzioni europee, sta spegnendo la vitalità della società in Serbia che non riesce ad andare oltre piccoli movimenti locali o resistenze ambientaliste minime. Un autoritarismo soft che per molti versi preconizza ciò che potrebbe accadere, osta già accadendo, in Italia — Leggi anche Un muro di filo spinato alto quattro metri: così l’Ue si difende dai migranti. Il racconto di Medici Senza Frontiere della situazione al confine tra Serbia e Ungheria, 11 Agosto 2022
Francesco Brusa – Ucraina: la democrazia come destino e come scelta – Il popolo ucraino che in massa ha deciso di resistere all’invasione russa lo ha fatto anche per non perdere quelle fragili libertà democratiche acquisite con l’indipendenza nazionale e minacciate dal modello putiniano di sovranità. La democrazia ucraina, imperfetta e in fase di ridefinizione anche per contrapposizione al modello russo, chiama d’altro canto a una ridefinizione di sé l’intero sistema democratico occidentale, che si vuole universale senza per questo esserlo davvero — Leggi anche Per una teoria critica del Conflitto Russia-Ucraina. Leggiamo Benjamin Abelow, “Come l’Occidente ha provocato la guerra in Ucraina” e Lucio Caracciolo, “La pace è finita”, per provare a farci strada nel ginepraio di voci e opinioni della guerra in Ucraina, di Pierfranco Pellizzetti, 10 Marzo 2023 — Leggi anche Guerra in Ucraina, una questione privata. “Prizak”, ovvero “fantasma”, è la parola che unisce “Generazione Putin” e “Il caso Sandormoch”. «In Russia il gulag è un fantasma sempre presente. È tuttora così», di Francesco Brusa, 16 Marzo 2023
Daniele Stasi – Polonia: il nazionalismo che sfida la democrazia europea – La presenza del soggetto nemico da cui deriverebbe l’esigenza di difesa della nazione costi quel che costi è uno dei dispositivi ideologici più efficaci della retorica politica polacca, e uno dei più radicati ostacoli alla democratizzazione del Paese. La Polonia si puntella su un’idea di destino nazionale comune, che sfida molti dei princìpi di esistenza dell’UE. E oggi lo fa godendo dell’appoggio americano — Leggi anche Dalla Polonia al Galles, si unisce la sinistra antimperialista solidale con il popolo ucraino, di Vladyslav Starodubtsev, 4 Novembre 2022 — Leggi anche Se la propaganda si traveste da pedagogia. In Polonia un nuovo, controverso manuale di storia, di Tom Junes, 9 Settembre 2022
Balázs Majtényi – L’Ungheria di Orbán o della costruzione del nemico – La deriva ungherese verso quell’ossimoro che è la “democrazia illiberale” passa da un meccanismo tipico dei regimi autoritari: la costruzione del nemico, che nel caso ungherese è rappresentato da chiunque non coincida con l’idea etnica di nazione. Invertire la rotta e tornare sulla strada della democrazia senza aggettivi è ancora possibile, ma per farlo c’è bisogno che la società tutta si attivi a sostegno dei valori democratici — Leggi anche Ungheria minaccia sistemica secondo Bruxelles, di Massimo Congiu, 5 Ottobre 2022