Arte, letteratura, dissenso, diritti umani
di Marina Bedzki
In copertina Ljudmila Stefanovna Petruševskaja.
Il 23 novembre scorso, in occasione dell’apertura dell’anno accademico 2022/2023, l’Università per Stranieri di Siena ha conferito una laurea honoris causa in Scienze linguistiche e comunicazione interculturale alla giornalista, scrittrice e sceneggiatrice russa Ljudmila Stefanovna Petruševskaja.
“Festeggiamo Ljudmila Stefanovna Petruševskaja, che diventa oggi una nostra laureata ad honorem”, ha affermato Giulia Marcucci, docente di lingua e traduzione russa, nella sua Laudatio, “una delle maggiori scrittrici della Russia contemporanea entra a far parte della nostra comunità universitaria: narratrice, drammaturga, sceneggiatrice, favolista, poeta; ma anche cantautrice e pittrice. I graffi e la tenerezza del secolo breve ci parlano nell’opera di questa donna che ha preso per prima posizione contro la guerra di Putin in Ucraìna. Lei, ‘moscovita-ucraina’, come ama definirsi. Una donna che per giungere oggi qui da noi è partita da lontano; ma soprattutto una donna che ha viaggiato nel tempo: ha subìto gli effetti del terrore staliniano quando la sua famiglia era considerata nemica del popolo; è vissuta da sfollata a Kujbyšev durante la Seconda guerra mondiale; ha attraversato le ondate repressive del dopoguerra e il Disgelo; subìto la censura negli anni della Stagnazione, vivendo infine le incerte aperture degli anni Ottanta, e la fine dell’Urss, e la nuova storia, punteggiata di nuova repressione e di nuova censura, della Russia di oggi. Una viaggiatrice anche nella vita delle donne: che impara ad ascoltare, raccogliendo storie trasmesse di bocca in bocca e cresciute fino a diventare patrimonio di un folklore alternativo alle narrazioni ufficiali, con favole e racconti che parlano di un intreccio doloroso e vitale di sofferenza e amore, di violenza e redenzione e che rilanciano nel clima della postmodernità i tragici conflitti esistenziali di Dostoevskij e di Čechov. Vorremmo”, ha concluso Marcucci, “in quest’aula magna questa grande donna che oggi ci riconosce l’onore di averla come nostra studentessa per un’ora e poi collega della nostra comunità universitaria per sempre sentisse il caldo buono del nostro riconoscimento e l’affetto della nostra riconoscenza”.
Giulia Marcucci ha pubblicato su «L’ospite ingrato» online, rivista diretta da Niccolò Scaffai (Università degli Studi di Siena), una densa presentazione della figura e dell’opera di Ljudmila Stefanovna Petruševskaja. Eccone alcuni estratti:
“Ljudmila Stefanovna Petruševskaja è una delle maggiori scrittrici della Russia contemporanea. Autrice di racconti e romanzi brevi, pièce teatrali, favole per bambini e per adulti, sceneggiature per film d’animazione (il più noto è Tale of Tales, diretto da Jurij Norštejn) e poesie-paradossi, dagli esordi alla fine degli anni Sessanta a oggi non ha mai smesso di ricercare e sperimentare nuovi generi con originalità e talento. La sua spiccata vena artistica e la sua versatilità trovano spazio anche nella pittura: Ljudmila Stefanovna disegna autoritratti e dipinge; gli ultimi suoi quadri esprimono il dolore della guerra in Ucraina, fonte di grande sofferenza per lei, che ama definirsi «moscovita-ucraina» e che, anche di recente, ha ribadito le sue accuse a Putin, chiamandolo con ironia e disprezzo «Pu». Da alcuni anni, Petruševskaja si esibisce in un singolare “concerto-cabaret”, adattando noti brani di famosi cantautori e cantautrici stranieri grazie a traduzioni libere e creative. La scorsa estate ha girato le Repubbliche baltiche, esibendosi per i tanti emigrati russi dissidenti che hanno lasciato la Russia dopo il 24 febbraio (…) Di queste esperienze si nutrono l’espressività e il crudo realismo documentaristico di Ljudimila Stefanovna, per la quale l’emarginazione, le situazioni familiari caotiche e assurde, la solitudine delle donne, l’alcolismo e il degrado sociale sono temi ricorrenti, affrontati sin dalla fine degli anni Sessanta (…) Documenti di un’epoca: così Petruševskaja definisce tutte le sue opere (…) Nella scrittura di Petruševskaja i segni del trauma che accomuna la narratrice e i suoi personaggi sono rappresentati dalla sintassi sussultoria, dalle imperfezioni verbali e dalle oscillazioni di registro, dalla disomogeneità lessicale e di stati d’animo, dagli scivolamenti illogici e dall’effetto straniante spesso contenuto in un inciso о in una parentesi. I suoi personaggi fioriscono in una lingua che oscilla tra registri diversi, spaziando da radici slavo-ecclesiastiche fino all’invenzione di neologismi, alcuni già entrati nel russo contemporaneo”. Leggi qui in testo integrale che è anche uno spaccato di una Russia che non c’è più.
Tra i libri in italiano di Ljudmila Petruševskaja si può leggere: La bambina dell’hotel Metropole, Francesco Brioschi Editore, 2019, nella traduzione di Giulia Marcucci e Claudia Zonghetti.
Dalla scheda del libro: “È con una penna graffiante e provocatoria che Ljudmila Petruševskaja restituisce innanzitutto a sé stessa la memoria di un’infanzia sovietica a cavallo della Seconda guerra mondiale. Il filo dei ricordi si snoda in un quadro familiare ricco e stravagante, dove emergono l’affetto bruciante per il bisnonno Tato, tra i primi ad aderire alla causa bolscevica, le vibrazioni nostalgiche per una madre assente e l’ammirazione per nonno Kolja, il celebre linguista che tenne testa a Stalin. La piccola Ljudmila figura tra i tanti sfollati che nel gelo del 1941 lasciano Mosca per Kujbyšev, al riparo dalla linea del fronte. Con la nonna e la zia, la vita nella cittadina è segnata dagli stenti: cibo e cherosene sono razionati, il calore di un cappotto è un sogno. In più, su una famiglia come la loro, di “nemici del popolo”, pende anche la viltà dell’emarginazione sociale. A tutto questo, però, la piccola Ljudmila risponde con un disinvolto susseguirsi di avventure e ribellioni quotidiane che anticipano una vita di anticonformismo. Qualcos’altro, inoltre, tiene in piedi il suo mondo interiore: è lo smisurato amore per la lettura e per i grandi nomi della tradizione russa, nel cui solco i critici contemporanei inseriranno anche la scrittura di Ljudmila adulta, oggi acclamata autrice, donna di audacia e libertà singolari”.
“Dallo scorso febbraio, quando Putin ha aggredito l’Ucraina, il sito di Ateneo ha aperto la sezione Voci contro la guerra, accogliendo contributi e riflessioni di colleghe e colleghi russi e non ha interrotto i rapporti con la Russia; l’Università per Stranieri”, ha sottolineato il Rettore Tomaso Montanari, “è l’unica università italiana che continua a certificare la conoscenza della lingua russa. Nell’organico dell’Ateneo son entrati tre docenti dell’Ucraina e due della Russia, è attivo un insegnamento di lingua ucraina”.
Dal 28 novembre al 19 dicembre 2022 l’Università per Stranieri di Siena presso la sede di piazza Rosselli 27/28 ospiterà la mostra “Sacharov – I Diritti Umani nel cuore dell’Europa” dedicata alla figura di Andrej Sacharov e alle personalità che sono state insignite dell’omonimo Premio del Parlamento europeo per la libertà di pensiero.
Dalla scheda della mostra: “Andrej Sacharov (1921-1989), lo scienziato dissidente celebre per aver contributo alla creazione della bomba all’idrogeno e successivamente per la posizione critica assunta nei confronti del regime sovietico e in favore dei diritti umani, è stata una figura tanto complessa quanto fondamentale per il contributo dato alla fisica, al dissenso, alla società civile, al movimento democratico, alla non-proliferazione nucleare, alla memoria delle vittime delle repressioni in Unione Sovietica e alla difesa dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Un impegno civile che gli valse il Premio Nobel per la pace nel 1975. Attraverso foto significative, l’esposizione presenta una prima parte dedicata alla figura di Andrej Sacharov, attivista e protagonista indiscusso della nostra storia, e una seconda parte che illustra personalità e organizzazioni insignite del “Premio Sacharov per la libertà di pensiero” che il Parlamento europeo dal 1988 assegna a singole personalità o associazioni impegnate a proteggere la libertà di pensiero e che diviene il massimo riconoscimento che l’Unione europea conferisce agli sforzi compiuti a favore dei diritti dell’uomo. Quest’anno il premio Sacharov è stato assegnato al “coraggioso popolo ucraino”.
La mostra è stata inizialmente organizzata da Memorial Francia con il Comune di Parigi e il Parlamento europeo, in collaborazione con il Centro Sacharov e Memorial Internazionale (Mosca), e poi portata in Italia grazie al progetto “La libertà viaggia con la carta” promosso da Memorial Italia e sostenuto da Comieco (Consorzio nazionale senza scopo di lucro che garantisce il riciclo di carta e cartone raccolti dagli italiani).
In occasione della mostra, lunedì 28 novembre 2022 è stato presentato il libro di Vera Inber, Quasi tre anni. Leningrado. Cronaca di una città sotto assedio, Guerini, Milano 2022. Con la curatrice del volume Francesca Gori hanno dialogato Giorgia Rimondi e Giulia Marcucci.
Dalla scheda dell’Editore: “una vera e propria testimonianza in presa diretta dei novecento giorni dell’assedio di Leningrado. Vera Inber resta al centro degli avvenimenti partecipando attivamente alle vicende della città con l’intento sincero di narrare e documentare, nel modo più oggettivo possibile, quella pagina cruciale della storia sovietica. Nel diario assegna uno spazio rilevante alla sua fede ideologica, trasfigurando eroicamente la resistenza della città ed esaltando lo sforzo quasi sovrumano degli abitanti di Leningrado, fino a dar forma a una vera e propria epica dell’assedio. Pur utilizzando un linguaggio propagandistico tipico dell’epoca, offre al lettore una descrizione fedele e dettagliata della realtà, al punto che il suo sentimento e la sua fede politica appaiono sempre sinceri. Nel panorama culturale e politico sovietico Vera Inber, con le liriche e le prose scritte nel periodo della guerra, fornisce un contributo determinante all’elaborazione di quello che la storica Lisa Kirschenbaum definisce «mito dell’assedio»”.