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Paolo Morawski
5 Maggio 2022
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Pessimisti lucidi ottimisti

Tra Italia e Polonia – vicinanze, distanze

di Paolo Morawski

In posizione di ascolto dall’Italia, lunghe conversazioni con amiche e amici polacchi. 

Qualcosa di simile potrebbe avvenire alle comunicazioni tra la base a Terra e la Stazione spaziale internazionale a circa 300-400 km di distanza. A Terra siamo prigionieri della base, dei suoi mille problemi quotidiani e delle nostre mille questioni spicciole, professionali e personali. Dalla Stazione spaziale internazionale i membri dell’equipaggio, alle prese con continui esperimenti scientifici, guardano quando possono la bellezza della Terra nella sua interezza planetaria e al contempo temono lo spazio profondo che è di un nero angosciante. E poi ad un tratto una voce che non vorresti mai sentire, dice: “Okay Houston, we have a problem here” (“Okay Houston, abbiamo un problema qui”). 

Similitudini inventate a parte, di cosa discutono le amiche e gli amici polacchi? In sintesi, quattro temi: 

  • Sono i primi a sorprendersi di come la Polonia abbia fatto entrare oltre 3,1 milioni di profughi ucraini nel paese e ne abbia accolto circa 2 milioni. Accolto in case private con moto spontaneo e generoso. Si sorprendono perché tra polacchi e ucraini le ferite del passato spesso ancora sanguinano. Non v’è stato chiarimento su tutti gli aspetti fino in fondo. Eppure, all’evidenza il dramma in corso unisce più di quanto non inasprisca le fratture e divisioni ereditate dalla storia. Oggi la Polonia pullula di volontarie e volontari polacchi con i loro giubbotti giallo-verdi che assistono chi fugge dall’Ucraina assalita e bombardata. Per i bambini ucraini è stato attivato un piano di educazione, prima di inserimento nelle scuole polacche, ora anche con maestre e maestri ucraini. A tutti i profughi ucraini è stata assicurata assistenza sanitaria. Almeno 100 mila hanno trovato lavoro. Non si registrano tensioni sociali significative tra chi accoglie e chi viene accolto. Tuttavia, l’afflusso di rifugiati ucraini alimenta la carenza di alloggi in Polonia. E gli stessi esperti polacchi avvertono di non avere l’esperienza e le competenze per fare fronte a così tanti profughi e sperano nella collaborazione delle agenzie specializzare europee. Intanto, senza posa si smistano e inviano aiuti a chi è rimasto in Ucraina. Qui alcune testimonianze ucraine raccolte in inglese.

Per inciso, dei profughi non-ucraini nei boschi alla frontiera tra Polonia e Bielorussia non si parla o appena. E se e quando si affronta il tema il titolo della risposta è: “provocazioni e atti di guerra da parte della Bielorussia a spese di quei poveracci”. Ma c’è chi si preoccupa e aiuta. Un tema sul quale tornare.

  • Secondo argomento è papa Francesco. La maggioranza dei polacchi ascoltati in questi giorni non lo capisce. Non capisce perché il papa si “ostini” a non condannare gli aggressori russi e preferisca invece puntare il dito contro la Nato che “abbaia” alla Russia, non capisce perché non voglia venire in Polonia ad abbracciare i profughi ucraini. Semplicemente non lo capiscono. Temono, queste amiche e questi amici polacchi, alcuni ne sono convinti, che papa Francesco si faccia manipolare dai russi, che cada nelle loro trappole (lui formatosi in Argentina, poco avvezzo alle astuzie dei poteri russi). Sono convinti che la Russia ortodossa non consentirà mai a un pontefice cattolico alcuna mediazione. E perché mai Putin dovrebbe ascoltare un cattolico che viene da lontano e che si rivolge a lui da Roma invece di dar retta ai “suoi” ortodossi, ai suoi patriarchi che lo benedicono, lui e i suoi missili, e che lo aiutano a “controllare” le profondità della società russa sparsa su territori immensi?
  • Terzo tema è il come si discute della guerra in Europa. Quei polacchi che sono più addentro alle faccende italiane (i polacchi in Italia sono quasi 100 mila) sono ironicamente perplessi su quanto accade in Italia. Per usare un eufemismo si stupiscono che il nostro Paese non sia capace di elaborare ed esprimere una posizione unitaria e netta sulla guerra di aggressione della Federazione Russa, nonostante la chiarezza  di ciò che dicono sia il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sia il Presidente del Consiglio Mario Draghi. Si stupiscono che tutto il dibattito, invece che in Parlamento una volta per tutte, si svolga a flusso frammentato e ininterrotto in televisione, oltre che sui giornali. Si meravigliano delle tante ore spese dai media italiani a discutere sulle colpe presunte o effettive dell’Occidente quando si eludono le colpe russe. Sono sconcertati che per i media italiani sia il talk show (misto di intrattenimento e informazione) il format giusto per parlare della guerra di aggressione in Ucraina. Sono sbalorditi che ci si possa accapigliare sull’interrogativo se gli ospiti ed esperti che si pronunciano sulla guerra vadano pagati oppure no. Per tacere dell’indignazione polacca di vedere tanti giornalisti delle emittenti finanziate e/o controllate dal Cremlino fare opera di propaganda nelle trasmissioni italiane. Di contro gli amici polacchi incassano mal volentieri l’accusa che tanti italiani rivolgono loro di essere isterici, irrazionalmente anti-russi, bellicisti, intolleranti, desiderosi di scatenare una terza guerra mondiale. Nell’Unione all’evidenza non c’è unità, tra gli stessi alleati europei: ci si divide su sanzioni, embarghi, armi all’Ucraina, obiettivi ultimi. Ci si divide anche tra polacchi e italiani, che di fatto vivono in mondi distanti per non dire diversi. Chi è vicino al fuoco ne sente il calore, chi dal fuoco è lontano ne vede forse la luce.
  • Quarto tema il più terribile, angosciante, l’ho lasciato di proposito alla fine: cosa accadrà il 9 maggio? Tra 4 giorni? La maggioranza dei polacchi ascoltati si aspetta che Putin dichiari la guerra all’Ucraina. Mi vengono i brividi solo a scrivere questa frase. Ma tanti dei miei interlocutori polacchi sono già pronti mentalmente alla notizia. Anche perché alcune emittenti americane (come la CNN o “The New York Times”) da giorni evocano tale terribile scenario tra le possibili opzioni. Gli dei non lo vogliano e così non sia mai, ma se poi quelle fonti USA avessero ragione? Cosa farete voi polacchi? La risposta: da “bella domanda” a “faremo il nostro”.

Questa è l’Europa di oggi 5 maggio 2022 – la primavera si fa attendere, l’aria è instabile, il cielo di un grigio plumbleo. Cosa potrei fare per evitare che il cielo diventi estremo e scarichi fulmini e tuoni?

TAG: Paolo Morawski | papa Francesco | Guerra | Italia | Media | Russia | Ucraina

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