Presentazione del libro di Miron Białoszewski
Giovedì, 13 ottobre alle ore 18.30, presso la sede dell’Istituto Polacco di Roma, in Via Vittoria Colonna 1 (Palazzo Blumenstihl), si terrà la presentazione del libro “Memorie dell’insurrezione di Varsavia” di Miron Białoszewski (Adelphi edizioni, 2021). Ne parleranno Luca Bernardini, polonista, traduttore e curatore del volume, e Marco Patricelli, storico. Letture dei frammenti a cura di Vito Tritto.
L’evento è organizzato in occasione dell’Anno di Miron Białoszewski, nel centenario della nascita dell’autore.
Miron Białoszewski (1922-1983) è stato poeta, drammaturgo, scrittore polacco, una delle voci più originali del secondo dopoguerra. In Italia nel 2021 la casa editrice Adelphi ha pubblicato le sue Memorie dell’insurrezione di Varsavia, in cui l’autore racconta in prima persona dei sessantadue giorni dell’insurrezione della capitale polacca contro gli occupanti nazisti. “Volevo che tutti sapessero che non tutti sparavano, volevo scrivere dell’universalità della rivolta” – è così che Białoszewski descrive spesso lo scopo del suo libro. Lo scrittore aveva 22 anni durante la rivolta e, a differenza di molti suoi coetanei, non combatté. Il suo racconto crea un’immagine della Varsavia insurrezionale osservata da una persona comune.
Dal risvolto di copertina:
«Meno male che mia madre diceva che sarebbe stata una giornata tranquilla!» dice al giovane Miron l’amico Staszek. È il 1° agosto 1944, e per le strade affollate di Varsavia, da cinque anni occupata dall’esercito tedesco, la gente è in subbuglio: si parla di soldati nazisti ammazzati, di «carri armati grossi come case», e le detonazioni dei pezzi d’artiglieria echeggiano ben presto più forti e vicine di quelle provenienti dal fronte, dove avanzano i sovietici. È l’inizio di una delle vicende più atroci e controverse della Seconda guerra mondiale – ancora oggi una ferita aperta nella coscienza e nella memoria della Polonia. Organizzata dal movimento di resistenza nazionalista, con finalità antitedesche ma anche con un significato apertamente antisovietico, l’insurrezione di Varsavia si rivelerà un catastrofico errore politico e militare: 25.000 insorti e 200.000 civili rimarranno uccisi, la città sarà letteralmente rasa al suolo, e molti dei reduci, bollati dalla propaganda stalinista come «luridi giullari della reazione», scompariranno nei gulag. Solo a distanza di oltre vent’anni Miron Białoszewski riuscirà a scrivere di quella tragedia, che prima non fu stato in grado di raccontare se non «chiacchierando». E, anche sulla pagina, il racconto diventa un ‘parlato’ concitato, frantumato ed erratico, in un libero flusso di ricordi: l’unica forma capace di testimoniare una verità lontana da quella delle opposte propagande. E capace, nel percussivo alternarsi di immagini e suoni, odori e sapori, di costringere il lettore a un’immedesimazione assoluta”.
Altre letture in italiano sulla ricostruzione di una delle tragedie meno conosciute del Novecento: l’insurrezione dei polacchi abbandonati alla vendetta nazista dall’inerzia di Stalin e degli alleati occidentali:
Norman Davies, La rivolta. Varsavia 1944: la tragedia di una città fra Hitler e Stalin, Rizzoli 2004. Nel corso della Seconda guerra mondiale, Varsavia fu teatro di due coraggiose insurrezioni contro gli occupanti nazisti, entrambe soffocate nel sangue: quella degli ebrei del ghetto, scoppiata il 19 aprile 1943 e durata ventun giorni; e quella del 1° agosto 1944, lanciata dall’esercito clandestino polacco quando l’Armata Rossa di Stalin, avanzando verso Berlino, era arrivata alle rive della Vistola. In questo libro Norman Davies fa luce su una vicenda intenzionalmente rimossa per quasi mezzo secolo, ricostruendo, grazie a documenti inediti e testimonianze di protagonisti, la rivolta del 1944; chiarisce inoltre il quadro complessivo degli eventi che la precedettero e la seguirono e non nasconde le responsabilità degli Alleati.
Krystyna Jaworska (a cura di), 1944: Varsavia brucia. L’insurrezione di Varsavia tra guerra e dopoguerra, Atti del convegno storico internazionale, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2006
Paolo Colombo, Varsavia 1944. La distruzione di una città, Sole 24 ORE 2022. Il professor Colombo, grande divulgatore, racconta in questo volume un evento della Seconda Guerra Mondiale solitamente trascurato dai manuali di storia nonostante sia caratterizzato da un tasso di drammatica assurdità che lo rende per molti aspetti unico. Ciò che ne nasce è una vera e propria narrazione civile. Intrecciando la Storia politica con singole storie individuali e specifiche vicende, Paolo Colombo ricostruisce in maniera toccante e avvincente l’evoluzione bisecolare dei rapporti tra Germania e Polonia fino alla agghiacciante decisione nazista di radere letteralmente al suolo la capitale polacca prima di abbandonarla all’avanzata dell’Armata Rossa sovietica, nel 1944.