Oggi, ieri, oggi, domani: due incontri per riflessione a più voci
Mercoledì 1 febbraio 2023, alle ore 17,30, la Biblioteca Archivio del CSSEO organizza a Trento, nella Sala degli affreschi della Biblioteca comunale (Via Roma 55), l’incontro-dibattito La guerra in Ucraina e l’ordine internazionale.
I curatori Alessandro Catalano e Niccolò Pianciola discutono del volume “Guerra globale. Il conflitto russo-ucraino e l’ordine internazionale” (Corriere della sera, 2023). Vedi la videoregistrazione qui.
Alessandro Catalano insegna letteratura ceca presso l’Università di Padova e si occupa anche di Controriforma e di Storia dell’Europa centro-orientale. Ha fondato e diretto per anni la rivista “eSamizdat” e fa parte del comitato editoriale di numerose riviste internazionali.
Niccolò Pianciola è uno storico dell’Università di Padova che ha insegnato all’Università di Trento, alla Lingnan University di Hong Kong e alla Nazarbayev University di Nur-Sultan, in Kazakistan. La sua ricerca si concentra principalmente sull’Asia zarista e sovietica dalla metà del XIX secolo alla fine del XX secolo.
Dalla scheda di presentazione dell’’incontro:
«Lunedì 23 gennaio è uscito in edicola con il “Corriere della Sera” il libro Guerra globale. Il conflitto russo-ucraino e l’ordine internazionale. Curato dall’associazione Memorial Italia, con il coordinamento di Alessandro Catalano, Marcello Flores e Niccolò Pianciola, il libro resta disponibile in edicola per i prossimi due mesi. Questo libro, senza pari in tutta Europa, offre un’ampia panoramica di quanto la guerra russa in Ucraina ha scatenato nel mondo, dalle reazioni delle classi dirigenti alle opinioni pubbliche, dalla trasformazione del rapporto con la Russia e la sua cultura, alle conseguenze sull’economia e la politica interna di diversi stati.
Il volume raccoglie numerosi contributi di accademici e giornalisti che illustrano il modo in cui la guerra di aggressione scatenata da Vladimir Putin ha condizionato le politiche di altri stati e influenzato l’assetto dei rapporti internazionali. Due dei curatori, Alessandro Catalano e Niccolò Pianciola, introducono il volume. Seguono poi analisi riguardanti le maggiori potenze occidentali. Mario Del Pero si occupa degli Stati Uniti e Gianluca Falanga della Germania. Sull’Europa centro-orientale sono poi presentati i contributi di Antonella Scott (Belarus), Bartłomiej Gajos (Polonia), Andrea Griffante (i tre stati del Baltico), Alessandro Catalano (Repubblica Ceca), e Armand Goșu (Romania). Massimo Longo Adorno si occupa della Finlandia e Alfredo Sasso della Bosnia-Erzegovina e della Serbia. Si passa poi alla Turchia, su cui si sofferma Ali Aydin Karamustafa, e al Medio Oriente, di cui scrive Giuseppe Acconcia. Il volume è completato dai saggi di Riccardo Mario Cucciolla (Armenia e Azebaigian), Paolo Sorbello (Kazakistan), Matteo Fumagalli e Filippo Costa Buranelli (Asia centrale), Ilaria Maria Sala (Cina), Aurelio Insisa (Taiwan), Marc Saint-Upéry e Pablo Stefanoni (America Latina)».
A orientare la discussione, oltre al libro, contribuirà l’attualità, così riassunta dagli organizzatori del CSSEO:
«440esimo giorno della guerra di aggressione. L’altro ieri (27 gennaio 2023) Piotr Cywiński, direttore del Museo di Auschwitz-Birkenau ha comparato i crimini delle forze armate russe a Bucha, Irpin’, Mariupol’ e in altre località dell’Ucraina a quelli dei nazisti: “Tacere significa dare voce ai carnefici. Restare indifferenti equivale a condonare gli assassinii”. E ha poi aggiunto: “La Russia, incapace di conquistare l’Ucraina, ha deciso di distruggerla”.
Si combatte a Vuhledar, a Blahodatne e a Bakhmut, mentre truppe regolari danno il cambio agli esausti mercenari del Gruppo Wagner. Da giorni giornali e telegiornali non fanno che ripetere “pioggia di missili sull’Ucraina”.
La “pioggia di missili” sarebbe la risposta del Cremlino alla tardiva decisione degli occidentali di consegnare circa 320 carri armati pesanti. Imbarazzante la posizione di Olaf Scholz cui la richiesta di Leopard 2 venne avanzata il 3 marzo 2022, quasi 11 mesi fa.
Ma i carri pesanti non arriveranno subito, per far fronte all’imminente offensiva russa per la quale si ritiene che saranno mobilitati altri 300-350mila uomini e si prevede che possa essere lanciata tra gli ultimi giorni di febbraio e la metà di marzo. Intanto è stata trasferita dalla Belarus alla zona di Vuhledar la Seconda divisione fucilieri motorizzata.
Il via libera tedesco alle forniture dei Leopard 2 non significa che Berlino li fornirà immediatamente: velocemente arriveranno dalla Polonia e da altri paesi che li hanno nei loro arsenali, ma non dalla Germania che ne farà avere 14 tra la fine di marzo e l’inizio di aprile.
Berlino, poi, ha condizionato la fornitura dei Leopard 2 a quella statunitense degli M1 Abrams, che l’Ucraina non aveva chiesto. L’Abrams è un carro pesante estremamente sofisticato, che necessita di una importante logistica e di continua manutenzione. Il propulsore, inoltre, è un motore a turbina, come quello di un jet, che consuma, in relazione al terreno su cui si muove, 7-8 litri di carburante (da jet) per chilometro…
Dei carri Lecrec francesi non si sa nulla e ancora nel limbo (sono in corso negoziati tra Roma e Parigi) sembra essere la fornitura del sistema antiaereo SAMP/T.
Ma questi carri pesanti, che indubbiamente arriveranno in Ucraina dopo l’offensiva russa di primavera, potranno cambiare la correlazione delle forze sul campo di battaglia, vale a dire: permetteranno di passare da una guerra di attrito a una guerra manovrata?
Forse l’effetto psicologico sarà più importante di quello operativo. Ognuno dei carri che arriverà utilizza proiettili di calibro diverso, necessita di una manutenzione e pezzi di ricambio diversi, vale a dire una infinita complicazione logistica. Soprattutto gli uomini che li utilizzeranno necessiteranno prima di addestramento e poi di coordinamento operativo, tra di loro e poi tra loro e l’artiglieria, le truppe ecc. Insomma, serve tempo per costruire delle brigate corazzate che possano operare armonicamente.
Le vie di rifornimento russe nel sud dell’Ucraina occupata sono estremamente limitate. Agli ucraini, ad esempio, farebbe la differenza potere distruggere la linea ferroviaria che rifornisce i soldati nella zona Vuhledar. Hanno dimostrato di sapere utilizzare più che bene gli HIMARS: sarebbe sufficiente, e si potrebbe fare nel giro di qualche giorno, dotarli di proiettili GLSDB, vale a dire bombe con l’aggiunta di un motore, oppure di MGM-140 ATacMS. Niente addestramento, niente carburante da jet. Questi proiettili potrebbero essere utilizzati dagli HIMARS già in dotazione degli ucraini e velocemente interrompere le linee di rifornimento russe.
Il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov è impegnato nel suo secondo tour in Africa: Angola, Eritrea, Regno di eSwatini (fino a qualche anno fa Swaziland), Sudafrica, dove sono imminenti esercitazioni navali congiunte con Cina e Russia. L’obiettivo del viaggio è soprattutto portare dalla parte di Mosca i 17 stati africani che nel marzo dello scorso anno, all’ONU, si astennero dal condannare l’aggressione russa all’Ucraina.
Questa guerra si è riverberata non solo in Europa, ma ha anche implicazioni globali (si pensi alla minore offerta di grano sui mercati mondiali). Forse sorprenderà ma non tutti gli stati hanno condannato l’evidente aggressione all’Ucraina, prima di tutto in violazione della Carta dell’ONU. Ci sono state reazioni difformi, non solo per ragioni di prossimità o lontananza geografica dal conflitto, ma anche per le lenti con cui la guerra è stata interpretata, a loro volta influenzate dalle singole esperienze storiche.
L’attivismo russo si è riverberato sulle recenti elezioni nella Repubblica Ceca e minaccia di riattivare focolai di conflitto, ad esempio nei Balcani, mandando in frantumi i delicati equilibri di Dayton, o stravolgendo gli equilibri politico-militari in Siria, Libia e nel Sahel».
Giovedì 2 febbraio 2023, alle ore 20,30, la Biblioteca Archivio del CSSEO, in collaborazione con il Comune di Castel Ivano, l’Ecomuseo Valsugana e Croxarie, organizza, nello Spazio Civico Albano Tomaselli (Piazza 4 Novembre, Strigno), l’incontro-dibattito in presenza Ucraina: la guerra infinita. Massimo Libardi dialoga con Fernando Orlandi.
Dalla scheda di presentazione dell’incontro:
“Il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj, indubbiamente un grande comunicatore, ha parlato ai parlamenti di quasi tutte le democrazie come a grandi avvenimenti dell’intrattenimento, quali il Festival di Cannes e quello di Venezia e anche ai Golden Globes. Senza scatenare alcuna polemica. Nel nostro paese le cose sembrano andare diversamente. Il paio di minuti di Zelens’kyj al Festival di Sanremo in cui testimonierà della terribile distruzione cui è sottoposto quotidianamente il suo paese che strenuamente tenta di preservare la sua libertà ha sollevato un inusitato malanimo. Tranchant un dirigente della RAI intervistato da La Stampa: «A Sanremo hanno fatto carne di porco, da Saviano in giù è intervenuto chiunque».
In Ucraina, la situazione sui campi di battaglia è decisamente problematica: la Russia sta preparando una nuova mobilitazione, 300-350mila uomini da dispiegare tra la fine di febbraio e la metà di marzo. Queste settimane sono di guerra di attrito, con alte perdite di vite umane, specie per le tattiche impiegate dai comandi russi che poco rispetto hanno per vite dei loro stessi soldati.
“Pioggia di missili” è l’espressione ricorrente sulle pagine dei giornali e nei notiziari televisivi di queste ultime settimane. E così è stata anche questa domenica (29 gennaio 2023), con Kherson bombardata in modo atroce per tutto il giorno: colpiti edifici residenziali, strutture sociali e di trasporto, un ospedale, un ufficio postale e una stazione degli autobus.
Difficilmente i carri armati pesanti, per i quali si è finalmente addivenuti alla decisione di fornirli, potranno cambiare la correlazione delle forze: sicuramente arriveranno dopo la prevista offensiva russa. A Berlino una tragicommedia durata dieci mesi ha reso evidenti i problemi di credibilità come statista del cancelliere Olaf Scholz e della SPD (gli ucraini hanno chiesto i Leopard 2 il 3 marzo 2022); ancora peggio i francesi con i Leclerc, con Emmanuel Macron paralizzato nel processo decisionale. Per tradurre in consegne effettive i 14 Leopard 2 della Germania, inoltre, servirà del tempo. Saranno molto più veloci i trasferimenti dalla Polonia e da altri paesi, ben più impegnati nel sostenere la difesa dell’Ucraina.
Come le tessere di un domino, la decisione sui carri pesanti sembra avere reso possibili altre forniture fino a pochi giorni fa impensabili: sono in corso negoziati sui missili a lungo raggio per gli HIMARS (questi sì che davvero potrebbero cambiare la situazione a favore degli ucraini, rendendo possibile l’interruzione delle vie di rifornimento ai russi) e anche le discussioni sull’eventuale trasferimento di cacciabombardieri di nuova generazione sembrano non essere più un tabù.
Ma come si è arrivati a questa situazione?
Le radici di questo conflitto affondano nel passato. Nell’incontro con Massimo Libardi e Fernando Orlandi verranno presi in esame i principali temi della propaganda incessantemente veicolata da Mosca da un quindicennio e quanto questi afferiscano con la realtà oppure con l’universo orwelliano del Cremlino. Si discuterà non solo della prospettiva della ‘guerra infinita’ ma si volgerà altresì lo sguardo verso la storia passata”.