Dal discorso di Vladimir Putin
di Paolo Morawski
Sono andato a rileggermi il discorso con il quale il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato ai cittadini russi l’inizio delle “operazioni militari” in Ucraina il 24 febbraio 2022, giorno dell’invasione russa dell’Ucraina, inizio della guerra in corso. La traduzione in italiano del discorso integrale si trova per esempio qui e qui.
Ho segnato alcuni passaggi, specie dove il ricorso alla storia stride maggiormente.
- Gli Stati Uniti sono l’ “impero della menzogna”. Un impero con “i suoi satelliti (che) non solo lo assecondano docilmente e in modo obbediente, cantando in ogni occasione, ma copiano anche il suo comportamento e accettano con entusiasmo le regole che propone” (…) tutto il cosiddetto blocco occidentale, formato dagli USA a propria immagine e somiglianza, diventa lui stesso “impero della menzogna”. Ieri l’Occidente denunciava “l’impero del Male”, accusava Mosca e i suoi satelliti; oggi la Russia denuncia Washington e i suoi satelliti. Schema da guerra fredda. L’Europa non viene menzionata.
- Qualsiasi crepa nel sistema Russia è per definizione esclusivamente colpa di attori esterni. Così è accaduto negli anni ’90 e nei primi anni 2000, quando la cosiddetta comunità occidentale (Stati Uniti e altri partner occidentali) “ha sostenuto attivamente il separatismo e le bande di mercenari nella Russia meridionale. Quali sacrifici e perdite ci sono costati, quali prove abbiamo dovuto affrontare prima di spezzare finalmente la schiena del terrorismo internazionale nel Caucaso!”. E poi “fino a poco tempo fa, non sono cessati i tentativi di usarci nei loro interessi, di distruggere i nostri valori tradizionali e di imporci i loro pseudo-valori, che corroderebbero dall’interno noi, il nostro popolo; quegli atteggiamenti che già stanno imponendo aggressivamente nei loro Paesi e che portano direttamente al degrado e alla degenerazione, poiché sono contrari alla stessa natura umana”. E ora, cosa accade nei territori adiacenti ai confini della Russia? “Sui territori adiacenti a noi – vorrei notare, sui nostri stessi territori storici (dice Putin) – si sta creando una “anti-Russia“, che è stato messa sotto pieno controllo esterno; viene intensamente colonizzata dalle forze armate dei Paesi della Nato e riempita con le armi più moderne”.
NB – l’Ucraina è territorio storico della Russia che altri (occidentali) cercano indebitamente di colonizzare. Come già affermato da Putin in precedenza (21 febbraio 2022): “l’Ucraina non è solo un Paese vicino per noi. È parte integrante della nostra storia, della nostra cultura e del nostro spazio spirituale. Questi sono i nostri compagni e i nostri cari, compresi non solo i colleghi, gli amici e gli ex colleghi d’armi, ma anche i nostri parenti e le persone legate a noi da vincoli di sangue e familiari”. E dopo il 1991: “le autorità ucraine inizialmente, e voglio sottolinearlo, fin dai primi passi, hanno cominciato a costruire la loro statualità sulla negazione di tutto ciò che ci unisce, hanno cercato di distorcere la coscienza e la memoria storica di milioni di persone, intere generazioni che vivono in Ucraina. Non sorprende che la società ucraina abbia affrontato l’ascesa di un nazionalismo estremo, che ha rapidamente preso la forma di una russofobia aggressiva e del neonazismo. Da qui il coinvolgimento di nazionalisti ucraini e neonazisti in bande terroristiche nel Caucaso del Nord e le rivendicazioni territoriali sempre più vocali contro la Russia. Anche le forze esterne, che hanno usato una vasta rete di ONG e servizi speciali per coltivare la loro clientela in Ucraina e promuovere i loro rappresentanti al potere, hanno giocato un ruolo”.
L’Ucraina non esiste, non ha esistenza autonoma, a sé stante: è russa, è Russia. Ecco perché per Putin non si può dire che la Russia sia in guerra con l’Ucraina. Mosca non può essere in guerra con l’Ucraina come, per capirci, Roma non può essere in guerra con la Puglia o la Liguria. In questa logica perversa Mosca può compiere solo “un’operazione speciale”.
NB – La Seconda guerra mondiale è iniziata il 1° settembre 1939, quando la Germania nazista ha invaso la Polonia, seguita a ruota (il 17 settembre) dall’URSS. Qualche settimana prima il Reich tedesco e l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche avevano stipulato a Mosca (23 agosto 1939) un trattato di non aggressione di durata decennale comunemente detto patto Molotov-Ribbentrop (dai cognomi dei due ministri degli Esteri firmatari) o patto Hitler-Stalin (dai cognomi dei due capi).L’accordo aveva un Protocollo segreto che divideva l’Est in due: alla Germania sarebbe andata la parte occidentale della Polonia; l’URSS si sarebbe annessa la Polonia orientale, i Paesi baltici e la Bessarabia. Così poi fu. Non è sbagliato affermare che la Seconda guerra mondiale ha avuto inizio con l’alleanza tra Hitler e Stalin. Tra il 1939 e il 1941 il Reich e l’URSS firmarono ben tre accordi commerciali. Invasa la Polonia, tedeschi e sovietici, a braccetto, procedettero alle rispettive acquisizioni territoriali. Dall’agosto 1939 a giugno 1941, per 22 mesi, Stalin e Hitler furono alleati, predatori tra loro in combutta.
- Putin la racconta diversamente. Tace sulla collaborazione tra nazisti e comunisti sovietici dall’agosto 1939 a giugno 1941. Nella sua narrazione l’URSS “rimanda lo scoppio della guerra”, l’URSS “compiace l’aggressore” (che fino a giugno 1941 è, come si è detto, suo alleato). Leggiamo: “Sappiamo bene dalla storia, come nel ’40 e all’inizio del ’41 l’Unione Sovietica cercò di prevenire o almeno rimandare lo scoppio della guerra”. Continua Putin: “A tal fine, tra l’altro, l’Unione Sovietica ha letteralmente, fino all’ultimo minuto, cercato di non provocare un potenziale aggressore, non eseguendo o rimandando i passi più necessari e ovvi per prepararsi a respingere l’inevitabile attacco. E i passi che sono stati fatti alla fine erano disastrosamente in ritardo. Di conseguenza, il Paese non era preparato ad affrontare pienamente l’invasione della Germania nazista, che attaccò la nostra Patria senza una dichiarazione di guerra il 22 giugno 1941” – (si tace ovviamente sulle colpe, sviste, errori, debolezze di Stalin).
- Prosegue Putin: “Il nemico è stato fermato e poi schiacciato, ma a un costo colossale. Il tentativo di compiacere l’aggressore alla vigilia della Grande Guerra Patriottica fu un errore che costò caro al nostro popolo. Nei primi mesi di combattimento abbiamo perso vasti territori strategicamente importanti e milioni di persone. Non faremo un simile errore una seconda volta, non ne abbiamo il diritto”. Oggi come ieri “non faremo un simile errore”, l’errore di “compiacere” coloro che “aspirano al dominio del mondo”. Non aspetteremo che essi portino “un attacco diretto al nostro Paese”. Ieri i nazisti, oggi gli americani/occidentali.
- La Nato naturalmente è lo strumento degli interessi degli Stati Uniti. L’alleanza nordatlantica, “nonostante tutte le nostre proteste e preoccupazioni, ha continuato la propria espansione, facendo avanzare la loro macchina da guerra verso i nostri confini (…) un’ulteriore espansione delle infrastrutture dell’Alleanza, compreso lo sviluppo militare nel territorio dell’Ucraina, è inaccettabile per noi”. Gli Stati Uniti con i loro satelliti “stanno rafforzando la loro posizione. Non possiamo più limitarci a guardare quello che succede. Sarebbe completamente irresponsabile da parte nostra”. Per la Russia: “è in definitiva una questione di vita o di morte, una questione del nostro futuro storico come Nazione. E non è un’esagerazione – è così e basta”.
- Per spiegare quanto succede oggi, dunque, Putin evoca la Seconda guerra mondiale, il mito fondativo della sua URSS/Russia, il mito fondativo dell’ordine bipolare basato su precise sfere di influenza. Ciò che avviene ora e ciò che è accaduto ieri si identificano, è la stessa battaglia, un’unica guerra protratta nel tempo. Nelle parole di Putin: “Il risultato della seconda guerra mondiale è sacro, così come i sacrifici fatti dal nostro Popolo sull’Altare della Vittoria sul nazismo”.
- La retorica della “denazificazione dell’Ucraina” è messaggio si suppone molto efficace presso i russi, sottoposti peraltro a decenni di propaganda. Anche in un altro passaggio del discorso di Putin la sovrapposizione temporale ritorna, questa volta tra ucraini neonazisti di oggi e nazionalisti ucraini collaboratori dei nazisti di ieri: “I principali Paesi della NATO, al fine di raggiungere i propri obiettivi, sostengono i nazionalisti estremi e i neonazisti in Ucraina, che, a loro volta, non perdoneranno mai il popolo di Crimea e Sebastopoli per la loro libera scelta di riunirsi alla Russia. Naturalmente si riverseranno in Crimea, proprio come hanno fatto nel Donbass, per fare la guerra e uccidere, proprio come le bande punitive dei nazionalisti ucraini, collaboratori di Hitler durante la Grande Guerra Patriottica, hanno ucciso persone inermi”.
- A questo proposito, dice ancora Putin: “mi rivolgo anche ai cittadini dell’Ucraina. In quell’anno, 2014, la Russia aveva l’obbligo di proteggere gli abitanti della Crimea e di Sebastopoli da quelli che essi stessi chiamano “nazisti”. Gli abitanti della Crimea e di Sebastopoli hanno fatto la loro scelta di stare con la loro Patria storica, con la Russia, e noi l’abbiamo sostenuta. Di nuovo, semplicemente non potevamo fare altrimenti”.
- Nella stessa direzione l’appello di Putin ai membri delle forze armate ucraine: “Cari compagni! I vostri padri, nonni, bisnonni non hanno combattuto contro i nazisti, difendendo la nostra Patria comune, affinché i neonazisti di oggi potessero prendere il potere in Ucraina. Avete fatto un giuramento di fedeltà al popolo ucraino, e non alla giunta anti-popolare che sta derubando e vessando l’Ucraina”. Pertanto: “Gli eventi di oggi non hanno nulla a che fare con il desiderio di violare gli interessi dell’Ucraina e del popolo ucraino. Hanno a che fare con la protezione della Russia stessa da coloro che hanno preso in ostaggio l’Ucraina e stanno cercando di usarla contro il nostro Paese e il suo popolo”. La Russia “non può sentirsi sicura, non può svilupparsi, non può esistere con una minaccia costante proveniente dal territorio dell’odierna Ucraina”.
NB – Provo a mettermi nei panni del cittadino russo medio che ascolta in TV Putin, una TV addomesticata che da almeno un decennio mette continuamente in onda narrazioni di propaganda. Penso che alla fine di questo discorso nazisti, neonazisti, ucraini, e americani si mischino nella testa del cittadino come in un tutt’uno. E non è escluso, come ho sentito alla radio polacca da un ex corrispondente polacco espulso da Mosca, che molti giovani russi siano convinti che durante la Seconda guerra mondiale i sovietici abbiano combattuto contro i nazisti spalleggiati dagli americani. Ieri come oggi.
Non sarà facile trovare un linguaggio comune, parlare ascoltandosi. Non sarà facile uscire dal XX secolo per costruire un migliore XXI secolo.