La guerra di aggressione russa rinsalda l’empatia tra polacchi e ucraini
di Paolo Morawski
Joanna Heyman-Salvadé e Piotr Chłapowski, che ringrazio, mi segnalano questo video musicale che è stato ufficialmente lanciato il 19 aprile 2022 a Varsavia. S’intitola Per l’Ucraina – in omaggio e con speranza (Dla Ukrainy – w hołdzie i z nadzieją). Esegue l’ensemble del Teatro Ateneum con la partecipazione di ospiti speciali e studenti dell’Accademia Teatrale “Aleksander Zelwerowicz”, dell’Università di Musica “Fryderyk Chopin”, e della Scuola di Cinema – tutti enti di Varsavia.
Vedi il video in Bianco e Nero.
La canzone alla base del videoclip è Dai una mano all’Ucraina oppure Tendi una mano all’Ucraina (Podaj rękę Ukrainie). L’ha scritta nel 2013 Karol Kus membro della band Taraka. Taraka è un gruppo musicale polacco, fondato da Karol Kus nel 2012, che esegue musica al confine tra pop, folk e rock, e che in virtù delle radici di alcuni dei suoi membri trae ispirazione anche dalle culture ucraina e bielorussa.
Il gruppo ascese agli onori della cronaca il 9 febbraio 2014, nel pieno delle proteste e manifestazioni ucraine del Majdan di Kiev. Quel giorno i Taraka salirono sul palco principale della Piazza per eseguire per la prima volta in pubblico la canzone Podaj rękę Ukrainie (già registrata in gennaio sulla scia dei drammatici eventi ucraini dell’autunno-inverno 2013). Karol Kus al microfono sottolineò dal palco la forte amicizia polacco-ucraina. Egli ricorda così quel momento “incredibile”: “Quando la folla di 150.000 persone a Majdan ha cantato la canzone con noi, ero commosso, pieno di umiltà e sapevo che tutte le parole che stavo dicendo dal palco erano estremamente importanti, colpivano al cuore”.
Vedi il video del concerto.
La canzone andò in diretta sul canale televisivo espreso.tv, che interruppe la sua programmazione per trasmettere il video visto da quasi 10 milioni di spettatori. Altri polacchi venuti a Kiev salirono quel giorno sul palco. Nel commento di una spettatrice ucraina: “We apreciate your standing With us, people of Poland!!!”
Qui una versione della canzone accompagnata da immagini dell’epoca del Majdan.
Qui il programma video su Internet Co z Polską? per il portale “Gazeta.pl” del marzo 2014 realizzato dal giornalista polacco Tomasz Lis a Kiev e interamente dedicato alla situazione dell’Ucraina nel corso del quale emerge la forte propensione dell’Ucraina verso l’Europa.
Qualche tempo dopo, il 27 giugno 2014, la canzone venne riproposta durante uno dei concerti del Festival 2014 “Stadio europeo della cultura” (Europejski Stadion Kultury) a Rzeszów nella Polonia del sud-est.
Ecco il video dell’esibizione.
Ogni edizione del Festiwal Europejski Stadion Kultury riunisce, va spiegato, eventi artistici organizzati in tre città (Rzeszów, Lublino, Białystok) sotto un unico spettacolo musicale che attrae un pubblico di molte migliaia di persone dal vivo e davanti alle televisioni. Giunto alla sua 4° edizione, il Festival 2014 fu incentrato sul dialogo tra le culture dell’Est europeo, inteso soprattutto come dialogo “dal basso”, in forme a volte invisibili e spesso sottovalutate. L’idea era il valore unico e inalienabile nonché la ricchezza delle diversità, soprattutto nelle regioni di confine. Quindi il desiderio comune di cooperazione culturale con i paesi del partenariato orientale e la costruzione di una comprensione capace di attraversare i confini nazionali e persino continentali. Quello del giugno 2014 fu il primo grande concerto polacco sotto la bandiera di “Solidarietà con l’Ucraina”. Nel frattempo, infatti, l’esercito russo aveva occupato la penisola di Crimea (febbraio) ed era iniziata la guerra del Donbass (aprile). Il concerto venne tra l’altro dedicato alle persone morte in Ucraina combattendo per la libertà della loro nazione e fu ritrasmesso dalla TV polacca e dalla TV ucraina. Nell’insieme all’edizione 2014 parteciparono 430 artisti di 15 paesi: Polonia, Gran Bretagna, Francia, Germania, Bielorussia, Ucraina, Romania, Armenia, Azerbaijan, Georgia, Moldavia, Russia, Slovacchia, Israele e India.
Nel marzo 2022, il violoncellista della band, l’ucraino Dmitrij, è morto all’età di 28 anni vicino a Kiev, mentre lottava da volontario contro gli invasori russi.
La canzone di Karol Kus è stata registrata in tre versioni linguistiche (polacca, ucraina e inglese). Ma soprattutto è diventata uno dei simboli popolari del riavvicinamento polacco-ucraino e dell’aiuto polacco agli ucraini in difficoltà, un riavvicinamento rinsaldato più volte. Una prima volta nel 2004 con l’appoggio polacco al movimento di protesta sorto in Ucraina all’indomani delle elezioni presidenziali del 21 novembre (la cosiddetta rivoluzione arancione). Poi con le aggressioni russe all’Ucraina nel 2014. Infine oggi, 2022. Al riguardo le parole della canzone scritta nel 2013 hanno la loro rilevanza:
Sze ne wmerła Ukraina (L’Ucraina non è ancora morta)
Cuori caldi, anche se l’inverno tutto intorno è duro,
Labbra congelate, inizia il grido di libertà,
Ciò che è nato oggi, possa vivere per sempre e non perire mai,
Tu non stare a guardare, e dai una mano (tendi la mano) all’Ucraina.
L’Ucraina non è ancora morta, non è morta,
Quando siamo insieme, siamo come una famiglia,
C’è la speranza, che ci ricorda eternamente (che),
L’Ucraina non è ancora morta, non è morta,
Il tuo amico, che in grande difficoltà si è trovato
Si è incamminato per la strada che ti ha guidato,
Cammina a braccetto, e la vostra amicizia non svanirà mai,
È arrivato il momento di dare una mano (tendere la mano) all’Ucraina.
L’Ucraina non è ancora morta, non è morta,
Quando siamo insieme, siamo come una famiglia,
C’è la speranza, che ci ricorda eternamente (che),
L’Ucraina non è ancora morta, non è morta,
Quando verrà il momento del ballo, come dopo la notte viene il giorno,
Allora sarai come un fratello, non è un sogno.
L’Ucraina non è ancora morta, non è morta…
Retorica a parte, quando si sa quante tensioni, lotte e morti tra polacchi e ucraini ha creato sin dalla fine della Prima guerra mondiale l’aspirazione a una propria nazione indipendente – polacca da una parte e ucraina dall’altra – questa piccola storia polacco-ucraina non è solo musicale e non risulta affatto banale. Al contrario è parte di un più ampio e duraturo processo di avvicinamento tra due nazioni vicine, più volte unite e divise dalla storia – vedi per esempio sulla riconciliazione tra polacchi e ucraini.
————————
Questa guerra è terribile. Siamo obbligati ad aiutare gli ucraini anche con le armi non trovando altra via per fermare gli eserciti russi e arrivare a una qualche forma di tregua, e poi pace. Fa venire i brividi il fatto che si debba cantare in coro Per l’Ucraina – in omaggio e con speranza per un motivo così luttuoso come questa maledetta guerra.
5 Commenti. Nuovo commento
“Commossa e piena di umiltà ” sono vicina al cuore polacco-ucraino. E canto con loro.
Molto bello e toccante. Questa rinnovata amicizia e solidarietà polacca verso l’Ucraina è uno dei fior che nascono dal letame di questa guerra.
Molto coinvolgente ed emozionante. Dall’inizio di questa vicenda si è vista subito la partecipazione e la vicinanza del popolo polacco verso quello ucraino. Poi l’arte, la musica, aggiungono qualcosa di più intenso e immediato a quello che si vuole comunicare. .
Travolge il cuore, fino alle lacrime. Grazie, Paolo! Oltre al piano emotivo, c’e’ quello storico. Tra due paesi vicini dell’Ucraina, la Russia dichiara di volerla sterminare, la Polonia cerca di aiutarla e salvarla in tutti i modi. Fine del paradigma plurisecolare…
Grazie Paolo, l’emozione della musica suscita riflessioni ancora più profonde