Porti, campanili, viottoli, eleganti palazzi, castelli, piazze e personaggi straordinari nel mosaico-Europa
di Marco Alessandrelli
“Essere orgogliosi del proprio Paese significa credere in tutto quello che lo rende speciale, diverso, unico,” scrive l’autore olandese Jan Brokken nel libro Anime Baltiche. “Significa avere fiducia nella propria lingua, nella propria cultura, nelle proprie capacità e nella propria originalità. Questo orgoglio è la sola risposta adeguata alla violenza e all’oppressione”.
La fierezza dei popoli baltici avvertita durante l’approdo a Pärnu, cittadina portuale estone punteggiata di campanili luterani e russo-ortodossi, fa scattare in Brokken la voglia di scoprire una parte di Europa a lui sconosciuta. Per cui vagabonda a lungo in Lettonia, Lituania ed Estonia, e quando decide di abbozzare un racconto corale, la modalità è affidarsi alle vite di persone sia illustri che comuni. Sulla tela dipinta da Brokken emerge un territorio da secoli conteso e vessato. Per difendersi i pochi coriacei residenti hanno dovuto a più riprese ingegnarsi, pensare fuori dagli schemi. E così per allentare tensioni e aprire spiragli di indipendenza, tra le armi a cui sono ricorsi in vari passaggi della loro Storia ci sono state la musica, la poesia, l’arte.
Uscito in lingua olandese nel 2010 (in italiano nel 2014 per Iperborea, traduzione di Claudia Cozzi e Claudia Di Palermo), il libro di Brokken è quanto mai utile oggi per mettere a fuoco tessere ancora non abbastanza note del mosaico-Europa, nuovamente sotto i riflettori a causa del conflitto tra Mosca e Kiev, che incombe non lontano dai loro confini.
Tra i viottoli del quartiere ebraico di Vilnius in Lituania, gli eleganti palazzi Jugendstil di Elizabetes iela, una via di Riga in Lettonia, o nella piazza centrale di Tallin, impressi nel fruscio delle pagine prendono vita personaggi straordinari, spesso nel corso della loro esistenza costretti a scappare oltre confine per sopravvivere. Si spazia dallo scrittore francese di origine lituana Romain Gary al violinista e direttore d’orchestra Gidon Kremer, passando per il pittore Mark Rothko (strappato dalla sua Daugavpils in Lettonia) fino alla politologa, filosofa e storica Hannah Arendt. E poi nell’affresco di Brokken emerge la Rivoluzione cantata della giovane Loreta più granitica dei carri armati sovietici, e ancora la diaspora silenziosa dei baroni baltici, che ha riguardato anche la moglie di Tomasi di Lampedusa.
I vagabondaggi di Brokken, a tratti lirici ma aderenti a fatti e date verificabili, non ci aiutano solo a capire il XX secolo visto dalla prospettiva di tre popoli che hanno dovuto affrontare la scomodità della loro posizione geografica. Il percorso tracciato dall’autore olandese, attraverso pennellate limpide e memorabili, ci permette di immaginare lo stato d’animo combattivo ma inquieto di questa parte d’Europa oggi. Quella lituana, lettone ed estone sono società proiettate verso il futuro: guardano al modello scandinavo e si stanno avvicinando a quel traguardo con insperata rapidità. Nessuno nell’area baltica è disposto ad arretrare verso un grigio, polveroso passato.
Fonte dell’immagine
Jan Brokken, Anime baltiche, traduzione di Claudia Cozzi e Claudia Di Palermo, Iperborea 2014
Dalla scheda dell’Editore: “Mark Rothko [pseudonimo di Markus Rothkowitz], Hannah Arendt, Romain Gary, Gidon Kremer. C’è un legame sotterraneo tra alcuni grandi nomi della cultura mondiale: i paesi baltici dove sono nati e la cui anima li ha accompagnati nella fuga oltre confine. È sulle tracce di quest’anima che Jan Brokken attraversa Lettonia, Lituania ed Estonia ricostruendo le vite straordinarie di personaggi celebri e persone comuni, per riscoprire la vitalità di una terra da sempre invasa e contesa, dove la violenza della Storia è stata combattuta con l’arte, la poesia e la musica. Tra i palazzi Jugendstil di Riga e le mura di Tallinn, tra i vicoli ebraici di Vilnius, i castelli della Curlandia e la Königsberg di Kant, oggi Kaliningrad, rivivono i film di Ėjzenštejn, che si unì ai bolscevichi contro il padre zarista per ritrovarsi come lui chiuso in un’ossessione di grandezza; le mille vite di Romain Gary, che nella letteratura trovò rifugio dai campi nazisti senza mai riuscire a perdonarsi di essere un sopravvissuto; quella frattura che attraversa tutte le tele di Rothko, strappato dai rossi tramonti della sua Daugavpils; ma anche la Rivoluzione cantata della giovane Loreta contro i carri armati sovietici, o la segreta diaspora dei baroni baltici, tra cui [Alexandra von Wolff-Stomersee] la moglie di Tomasi di Lampedusa, prima psicanalista donna in Italia. Passato e presente si richiamano come in una sinfonia in cui ogni dettaglio racconta una passione, un’illusione infranta, o una profonda nostalgia. Viaggio in un cruciale ma dimenticato pezzo d’Europa, Anime baltiche lascia il segno di un grande romanzo per capire il XX secolo, perché «viaggiare, insieme a leggere e ascoltare, è la via più breve per arrivare a se stessi»”.
Jan Brokken, Scrittore e viaggiatore olandese, noto per la capacità di raccontare le vite di personaggi fuori dal comune e i grandi protagonisti del mondo letterario e musicale, ha pubblicato numerosi libri che la stampa ha avvicinato a Graham Greene e Bruce Chatwin, come Jungle Rudy, il suo primo successo internazionale. Iperborea ha inoltre pubblicato Nella casa del pianista, sulla vita di Youri Egorov; Il giardino dei cosacchi, sul periodo siberiano di Dostoevskij; il bestseller Anime baltiche, viaggio in un cruciale ma dimenticato pezzo d’Europa; Bagliori a San Pietroburgo, dedicato alla grande città della musica e della poesia russa; e I Giusti, reportage sull’operazione di salvataggio del 1940 che coinvolse più di ottomila ebrei.
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