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Paolo Morawski
7 Febbraio 2023
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2023 anno di Jerzy Nowosielski

E’ la pittura la patria, una patria di frontiera, in terre di confine, dove le culture dell’Est e dell’Ovest si incrociano

Adrianna Siennicka, Direttrice dell’Istituto Polacco di Roma, segnala, e la ringrazio, che in Polonia il 2023, oltre che di Wisława Szymborska, è anche l’Anno di Jerzy Nowosielski (7 gennaio 1923-21 febbraio 2011). Artista e pensatore polacco poliedrico, di famiglia polacco-ucraina, ampiamente influenzato dall’ortodossia e dall’iconografia russa quanto da una certa avanguardia di Cracovia (Kantor, il Gruppo dei Giovani Artisti). Un pittore capace di spaziare dal realismo alle più immateriali inventive anche spaziali, di passare dal sacro al profano in nome dell’unicità e sacralità dell’arte stessa – l’artista come strumento di forze interiori e l’arte come totalità. Un cultore delle arti visive affascinato dalle icone quanto dalle figure femminili, amante dei colori tenui quanto dei rossi accesi e, a periodi, dei colori scuri.

L’immagine di copertina raffigura Jerzy Nowosielski ritratto da Zbigniew Kresowaty. Kresowaty riprende a un certo punto una bella citazione di Nowosielski (traduco): “La pittura è la mia patria. Non una nazionalità qualsiasi, non una qualche ortodossia cristiana, ma la pittura. Una patria dalla quale sono germogliato e nella quale sono inserito”.

Il Sejm della Repubblica di Polonia, convinto della grande importanza dell’opera del pittore polacco, per rendergli omaggio, ha istituito l’anno 2023 come Anno di Jerzy Nowosielski. Non conoscendo il personaggio, sono andato a curiosare, iniziando dalla motivazione ufficiale (traduzione mia): 

“Nel 2023 ricorre il centenario della nascita di Jerzy Nowosielski, eminente pittore, disegnatore e scenografo, pedagogo, filosofo, teorico dell’arte e pensatore religioso, considerato uno dei più eminenti disegnatori di icone contemporanei. Nato nel 1923 a Cracovia è stato legato a questa città per la maggior parte della sua vita. Per molti anni è stato anche associato creativamente alla città di Łódź. È considerato una delle figure più illustri della cultura polacca contemporanea. La pittura, i suoi fondamenti teorici, la teologia, la pedagogia artistica, le attività di sostegno e promozione dell’arte – sono solo alcuni degli ambiti nei quali l’artista è stato incessantemente attivo e ha ottenuto indiscutibili successi. Jerzy Nowosielski è stato autore di molti testi sull’arte e sulla fede. Ha realizzato arredi e policromie all’interno di numerose chiese cattoliche, greco-cattoliche e ortodosse. Nelle sue opere di natura laica, ha attinto all’arte d’avanguardia e alla tradizione della pittura bizantina. Spesso si è avvicinato a forme di astrazione geometrica, ha dipinto nudi femminili e paesaggi. La sua arte è ancora oggi considerata un fenomeno unico, che unisce sacro e profano”. Insomma, verrebbe da dire, un’arte alla frontiera tra erotismo e misticismo?

Kobieta nad morzem, 1993, Starak Collection.

Ania Muszyńska curatrice della mostra Jerzy Nowosielski – Spectra Art Space Masters (12 dicembre 2020-4 luglio 2021) scrive (traduzione mia): “Combinando i mondi apparentemente lontani dell’Oriente e dell’Occidente, i sistemi di valori di diverse religioni, l’estetica canonica dei secoli passati con la modernità, Jerzy Nowosielski è passato alla storia dell’arte polacca come un intrigante pittore delle ‘terre di confine’ (pogranicza). Consapevole dell’importanza del linguaggio dell’astrazione e della metafora ad essa associata, concentra il suo lavoro sulla figurazione. Una figurazione piena di, come lui stesso l’ha definita, ‘entità sottili’, più fenomeni che fatti, più fantasie sue che verità indiscutibili”.

“Al centro della sua ricerca incentrata sulla realtà del sacro, che sfugge all’esperienza umana e va oltre la portata della cognizione umana, Jerzy Nowosielski colloca la figura della donna. Nel corso di molti decenni, accanto a icone, paesaggi o nature morte, le tele del Maestro si riempiranno di sagome prevalentemente femminili in una miriade di scene e contesti. Si fermano in posizione statuaria durante l’esercizio fisico, la toilette quotidiana, si guardano allo specchio, riempiono le strade, le spiagge, gli autobus, le arene. In sintonia con l’intenzionalità dell’artista, le guardiamo da diverse prospettive: corporea e spirituale, sacra e terrena, sensuale ed emotiva. I contrasti si moltiplicano all’infinito”…

Pływaczki, 1953, Kolekcja Teresy i Andrzeja Starmachów.

Damski gang, 1977, collezione privata. 

Nel 1990 il regista Michał Góral ha realizzato per Video Studio Gdańsk il documentario Przypomnieć sobie raj (Ricordarsi il Paradiso, durata 32’). Dalla scheda di presentazione (traduzione mia): “Il film presenta la magnifica opera artistica del professor Jerzy Nowosielski, uno dei più importanti pittori contemporanei di icone. Il confronto con il punto di vista dell’individuo artista ci offre una visione non convenzionale dell’arte contemporanea e del suo mondo. Il professor Nowosielski è un personaggio colorato: le sue affermazioni, spesso iconoclaste, suscitano domande su quale sia la collocazione dell’uomo nel mondo, proprio attraverso l’arte che ce lo mostra. «Se un pittore si interessa al problema della corporeità, a un modo di collegare le questioni spirituali con il mondo delle entità fisiche, è naturale che si interessi all’aspetto di una donna» – così dice il protagonista, sacralizzando la femminilità nella sua pittura. L’artista ha commentato spesso le sue opere. Pertanto, combinando espressione verbale ed espressione visiva questo film offre un’ampia idea del lavoro di Nowosielski”. Guarda il documentario qui. 

Sul rapporto di Nowosielski con le icone, sulla presenza del cielo e dell’inferno nelle icone, è disponibile il documentario-intervista Nowosielski o ikonie realizzato nel 1998 da Jerzy Lubach per TVP Program 2 (durata 22’).

Koszykarki, 1950 Kolekcja prywatna. 

Nel 2013 Joanna Jarosz per la VHS Records ha documentato la mostra di Jerzy Nowosielski presso la Galeria Sztuki Współczesnej di Opole. Il film, intitolato Jerzy Nowosielski. Byty subtelne, affronta tra l’altro il tema dell’incontro cultura occidentale-cultura orientale nell’arte di Nowosielski: da una parte la tradizione dell’icona ortodossa, dall’altra gli sviluppi artistici provenienti da Occidente. Il documentario indaga le sue geometrie astratte, i paesaggi che diventano spazi, le architetture pittoriche, le nature morte stilizzate, i corpi femminili che hanno la fissità di un’icona. Guarda il documentario (durata 24’) qui. 

Akt z lustrem, 1977, Kolekcja Teresy i Andrzeja Starmachów. 

Dal 2021 è disponibile online la video conferenza di Krystyna Czerni, «Ikonostas w twórczości Jerzego Nowosielskiego oraz nowe odkrycia dzieł artysty», conferenza su “Iconostasi – una sintesi dell’arte nella liturgia”, nel 10° anniversario della morte dell’artista-teologo, realizzata dal Muzeum Ikon di Varsavia (durata 47’). Ricca panoramica analitica sulle sue opere religiose. Guarda qui. 

Św. Paweł, lata 60. XX w., Muzeum Uniwersyteckie Historii KUL w Lublinie – N.B. il quadro di San Paolo è stato ritrovato qualche anno fa sotto a un altro quadro di Jerzy Nowosielski mentre lo si stava restaurando. 

Per una selezione di suoi dipinti si può consultare Jerzy Nowosielski’s Paintings – Image Gallery. Vedi anche Wystawa “Jerzy Nowosielski | Spectra Art Space”, Fundacja Rodziny Staraków. Ma soprattutto esplora la galleria virtuale predisposta online dall’Atelier Kural, organizzata per decenni creativi. 

Per un vasto insieme di pubblicazioni di e su Jerzy Nowosielski vedi. 

Two women, 1982, Private Collection, Hamburg. 

“Akt – toaleta z lampą”, 1973, fot. dzięki uprzejmości Muzeum Okręgowemu w Bydgoszczy.

Monografia nieznajomej – biała, 1982, Fundacja Rodziny Staraków. 

Akt w ciemni, 1971, Muzeum Narodowe w Warszawie.

Akt z oknem, 1965, Muzeum Narodowy we Wrocławiu. 

TAG: Krystyna Czerni | Michał Góral | Joanna Jarosz | Zbigniew Kresowaty | Jerzy Lubach | Ania Muszyńska | Jerzy Nowosielski | Adrianna Siennicka | Donna | Icone | Pittura | Istituto Polacco di Roma | Wisława Szymborska | Occidente | Oriente

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