Laboratorio di traduzione poetica: la poesia di Lina Kostenko
Immagine di copertina.
Nota e traduzioni a cura di Matteo Annecchiarico e Anna Cavazzoni
I componimenti che qui vi proponiamo sono stati discussi, analizzati e infine tradotti durante un laboratorio di traduzione poetica svoltosi presso l’Università “La Sapienza” di Roma, ad oggi ancora unica università d’Italia in cui è presente una cattedra di lingua e letteratura Ucraina. Il laboratorio, organizzato e diretto dalla professoressa Olena Ponomareva, si è articolato in incontri di stampo seminariale, scanditi in due momenti. Il primo incontro era dedicato alla lettura ad alta voce delle poesie in lingua originale, finalizzato ad analizzarne la tessitura sonora e all’analisi delle poesie, sia tematica sia lessicale, in modo da poterne distillare un repertorio di possibili traduzioni per i partecipanti al laboratorio. Il secondo incontro è stato interamente dedicato ad un lavoro di carattere comparativo, in cui ad essere discusse sono state le traduzioni individuali di ciascun seminarista, con lo scopo di confrontare le varie interpretazioni di ciascun componimento e trarne, infine, una versione ritenuta soddisfacente, ma mai definitiva. I poeti, la cui opera è stata al centro del lavoro appena descritto, sono esponenti di spicco di due generazioni diverse della letteratura ucraina, ma affini per quanto riguarda le coordinate storico-culturali e le conseguenti istanze filosofico-morali delle quali si fanno interpreti, segnate dall’ombra di una Russia opprimente e minacciosa. Quest’ultima, e il pericolo che essa rappresenta per il popolo ucraino, sono al centro di alcuni componimenti qui proposti, per permettere al pubblico italiano di ascoltare la voce di chi sta vivendo la guerra in prima persona; ma a venir proposte, nella selezione, sono anche poesie dal respiro più universale, che dimostrano l’originalità e la maestria dei due poeti presi in esame, in grado di farsi portavoce di un comune sentire umano che oltrepassa i confini di lingue e nazioni: oggi Lina Kostenko e prossimamente Serhij Žadan.
Un brivido lungo la schiena del cosmo: la poesia di Lina Kostenko
Lina Vasylivna Kostenko è una scrittrice, giornalista e poetessa nata nel 1930 a Ržyščiv, città situata nell’Ucraina centrale. Frequenta le scuole medie a Kyjv per poi iscriversi, nel 1952, al prestigioso Istituto Letterario „Maksim Gorkij“ di Mosca, dove si diploma cum laude nel 1956. Pubblica i primi versi nel 1946, ma è fra il 1957 e il 1961 che le sue prime tre raccolte poetiche vedono la luce, incontrando immediatamente il favore di critica e pubblico, ma suscitando anche controversie da parte dell’apparato censorio allora vigente, che le impedirà di pubblicare tramite i circuiti editoriali ufficiali fino al 1977. Nel 1960 entra nel Club della gioventù creativa “Il contemporaneo”, divenendo parte di quella frangia dell’intelligencija ucraina formata dagli scrittori e intellettuali nati fra gli anni 20’ e gli anni 40’ della prima metà del secolo, ma divenuti artisticamente attivi negli anni 60’, il periodo del cosiddetto “Disgelo” inaugurato da Nikita Chruščev. I šistdesjatniki, come vennero poi chiamati, rappresentarono il primo movimento ucraino di dissidenza culturale, fautori di diverse iniziative che avevano lo scopo di promuovere un’identità nazionale ucraina indipendente dallo spettro dell’Unione sovietica; credevano in una arte libera e aperta alla sperimentazione, che ponesse di nuovo l’individuo al suo centro, contraddicendo dunque i dettami estetici dell’epoca; l’opera di Kostenko, pertanto, intimista e “apolitica”, incorrerà spesso nella censura. Nel 1987 vince il prestigioso premio letterario „Ševčenko”, mentre nel 1989 viene insignita del premio “Antonovič”. È professore ad honorem dell’università Mogiliana di Kyjiv, dottore honoris causa nelle università di L’viv e Černivci e, appena pochi giorni fa, ha ricevuto il titolo di Cavaliere dell’Ordine nazionale della Legion d’onore, la più alta onoroficenza dello stato francese.
La poesia di Lina Kostenko è caratterizzata da una profonda vena lirica che, a partire dall’individuo, estende le sue radici fino a raggiungere e ad abbracciare il mondo e il cosmo, creando un legame fra l’uomo e l’immenso spazio, fisico ma anche storico-culturale, che lo circonda e lo minaccia ogni istante. Kostenko da voce all’angoscia dell’uomo impotente di fronte ai grandi sconvolgimenti storici e alla violenza dei grandi poteri che guidano la vita umana, bottiglia di vetro in balia delle onde. L’io lirico kostenkiano cerca di sopperire a questa angoscia tramite la parola, appellandosi alle forze che lo circondano (“Pianeta mio, valle di lacrime!”) per stabilirvi una connessione, per trovare consolazione nella desolante e terribile bellezza di un mondo impegnato in un incessante valzer di vita e morte. Quella di Lina Kostenko è una voce delicata, tenue, che non ricerca l’originalità nella lingua adottata, ma nelle immagini create attraverso quest’ultima, forte di una purezza e semplicità di registro. Con la sua semplicità Kostenko celebra la bellezza del mondo e allo stesso tempo ne espone gli orrori con un sussurro che provoca un brivido lungo la schiena. La brutalità della guerra e di chi ne è fautore vengono additati senza veli, esposti, umiliati, con la schiettezza di un bambino; gli indifferenti al dolore altrui sono ammoniti e avvertiti del fatto che, proseguendo lungo la strada intrapresa, diverranno vittime a loro volta, poiché le forze che minacciano la libertà dell’uomo rappresentano un pericolo per tutti. Lina Kostenko trema di fronte all’umanità e alla bellezza del mondo, di fronte alle possibilità dell’uomo e ai suoi difetti, e noi, così come il cosmo dell’uomo, percepito attraverso la soggettività dell’individuo e quindi vivo, vibrante, tremiamo insieme a lei.
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Юдоль плачу, земля моя, планета,
блакитна зірка в часу на плаву,
мій білий світ, міцні твої тенета, –
страждаю, мучусь, гину, а живу!
Страждаю, мучусь, і живу, і гину,
благословляю біль твоїх тенет.
Цю грудочку тепла – у Всесвіті – людину!
І Всесвіт цей – акваріум планет.
Una valle di lacrime, la mia terra, il pianeta,
stella celeste fluttuante nel tempo,
il mio lucente universo, le tue forti pastoie,
soffro, mi tormento, perisco, eppure vivo!
Soffro, mi tormento e perisco e vivo,
benedico il dolore delle tue pastoie.
Questa piccola zolla di calore nell’universo, l’uomo!
E questo Universo, acquario di pianeti.
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І жах, і кров, і смерть, і відчай,
і клекіт хижої орди.
Маленький сірий чоловічок
накоїв чорної біди.
Це звір огидної породи,
Лох-Несс холодної Неви.
Куди ж ви дивитесь, народи?!
Сьогодні ми, а завтра – ви.
L’orrore, il sangue, la morte, la disperazione,
lo strepito di un’orda rapace.
Un piccolo ometto grigio
si è fatto artefice di una nera disgrazia.
È una belva di una varietà orrenda,
il Lochness della gelida Neva.
Dove state guardando, popoli?
Oggi tocca a noi, domani a voi.
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Сатана перехрестився.
І нічого.
Тоді він ще раз перехрестився.
І знову нічого.
Тоді він виголосив проповідь.
Його уважно вислухали.
Тоді він підняв хрест.
Підійшли під благословення.
При світлі вогнища в пеклі
розповідав чортам, –
вони дуже сміялись.
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Satana si è ribattezzato
Ma niente.
Allora si è battezzato di nuovo.
Ma ancora niente.
Allora ha pronunciato un sermone.
Con attenzione si sono messi ad ascoltarlo.
Allora ha alzato la croce.
Tutti si sono avvicinati per ricevere la benedizione.
Lì all’inferno, alla luce dei roghi
ha raccontato qualcosa ai diavoli,
e questi hanno riso molto.
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Душа – єдина на землі держава
де є свобода чиста як озон
Кордон душі проходить над світами
а там нема демаркаційних зон
L’anima, unica nazione della terra
in cui la libertà è pura come l’ozono
I confini dell’anima oltrepassano i mondi
e lassù non ci sono linee di demarcazione.
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[…] Serhij Žadan è stato il secondo scrittore al centro del laboratorio di traduzione poetica coordinato da Olena Ponomareva presso l‘Università Sapienza di Roma nel 2022. Le modalità di lavoro sono state le medesime adottate durante la traduzione delle poesie di Lina Kostenko. […]